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I primi lavori dei giovani a Trento: sempre più instabili e meno qualificati?

Emilio Reyneri, professore ordinario, Università degli Studi di Milano Bicocca

Antonella Chiusole, Dirigente Generale Agenzia del Lavoro, Provincia autonoma di Trento

Giovanna Fambri, Dirigente del Servizio Statistica, Provincia autonoma di Trento

Articolazione e contenuti

Durante la crisi la disoccupazione giovanile è aumentata non soltanto perché i giovani impiegano più tempo a trovare il loro primo lavoro alla fine degli studi, ma anche perché l'occupazione che riescono a trovare è molto più spesso “a termine” e quindi aumenta il rischio che ricadano in una situazione di ricerca del lavoro. Inoltre, i primi lavori sono anche sempre meno qualificati rispetto al titolo di studio conseguito, così alimentando una crescente over-education.

Sia la precarizzazione, sia la sovra-istruzione o sotto-qualificazione dei primi lavori svolti dai giovani (da 15 a 34 anni) sono tendenze di lungo periodo, avviate sin dagli anni Ottanta del secolo scorso, ma la crisi le ha accelerate in modo netto.

A livello nazionale, sia pur usando fonti diverse, è possibile mettere in luce sia le tendenze di lungo periodo, confrontando gli anni Settanta con il primo decennio degli anni Duemila, sia l'effetto della crisi, confrontando l'anno 2008 con l'anno 2012. Per la provincia di Trento è possibile mettere in luce solo l'effetto della crisi, confrontando gli anni 2007-2008 con gli anni 2012-2013, ma entrambe le tendenze sono altrettanto nette che a livello nazionale.

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