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Il lavoro non basta. La povertà in Europa negli anni della crisi.

Chiara Saraceno, è honorary fellow presso il Collegio Carlo Alberto di Torino. I suoi temi di ricerca sono la questione femminile, la sociologia della famiglia, i sistemi di welfare e gli studi sulla povertà.

Sandro Trento, docente di Economia e gestione delle imprese e direttore del corso di laurea in Innovation Management all'Università degli Studi di Trento.

Articolazione e contenuti

La povertà è tornata a essere visibile in Europa, coinvolgendo un numero sempre maggiore di persone. Con la crisi e la conseguente crescita della disoccupazione, aumentano sia gli individui (e le famiglie) poveri di lavoro sia i lavoratori (e le famiglie) poveri.
Già prima della crisi avere un'occupazione non aveva sempre garantito dalla povertà, soprattutto a livello familiare, sia perché sono aumentati i cosiddetti “cattivi lavori”, sia perché non sempre un reddito da lavoro in sé adeguato, ma modesto, è sufficiente a mantenere una famiglia. Accanto al reddito da lavoro individuale, fanno la differenza il numero dei percettori di reddito in una famiglia, la sua ampiezza, l'esistenza e la generosità dei trasferimenti sociali.
Mentre l'aumento dell'occupazione continua a essere proposto come l'unica via d'uscita dalla povertà, le politiche dell'austerity hanno causato una riduzione dei trasferimenti, in particolare nei confronti della popolazione in età da lavoro. Se questo succede anche in altri paesi europei, in Italia presenta caratteristiche particolarmente gravi, non solo per i livelli di disoccupazione, ma anche per l'ancora troppo basso tasso di occupazione femminile (che determina l'elevata incidenza di famiglie monoreddito) e la debolezza storica del welfare, che si è ulteriormente indebolito e frammentato a seguito della crisi.
Di questi temi, centrali nel libro di Chiara Saraceno “Il lavoro non basta. La povertà in Europa negli anni della crisi” (Feltrinelli, 2015), si discuterà nel seminario organizzato da LaReS, mettendoli in rapporto con il punto di vista di un economista.

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