L’industria italiana tra politiche pubbliche e riorganizzazione
Articolazione e contenuti
«L'industria è, e deve restare, il motore dell'economia italiana ma oggi sono evidenti i pericoli di un drastico ridimensionamento. Come reagire? Ci siamo trovati d'accordo nell'individuare i problemi ma ci siamo divisi nel delineare le soluzioni. Così di vie italiane alla politica industriale ne vengono tracciate non una ma due».
Sono queste alcune delle parole con cui Dario Di Vico e Gianfranco Viesti, gli autori del libro, “Cacciavite, robot e tablet. Come far ripartire le imprese” (il Mulino, 2014) introducono alle riflessioni presenti nel testo che intende raccontare la grande recessione e il salto tecnologico che in questi anni sono andati di pari passo.
Per necessità e poi per virtù le imprese hanno affrontato ristrutturazioni in cui si trovano a convivere cacciavite, robot e tablet. Ma quali sono le politiche e gli strumenti che i governi e il sistema delle imprese devono adottare per rilanciare la manifattura? Nel testo un economista e un giornalista si confrontano con questa domanda e arrivano a conclusioni assai diverse.
Mentre Gianfranco Viesti sostiene il rilancio di un'azione pubblica all'altezza delle sfide della globalizzazione, in grado di accrescere la dimensione delle imprese e di favorirne internazionalizzazione e innovazione, Dario Di Vico è per una politica industriale plurale in cui lo Stato diminuisca le tasse e passi l'iniziativa a banche, fondi di investimento e multinazionali.
Il seminario è organizzato in partnership con Confindustria Trento e l'Associazione Artigiani e Piccole Imprese della Provincia di Trento.