Tempi duri, scelte difficili. I sindacati in Europa occidentale
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Da molti decenni, ben prima della Grande Recessione, in Europa i sindacati hanno iniziato a giocare in difesa. Hanno perso iscritti, a volte anche drasticamente. La loro capacità di estendere la contrattazione collettiva è diminuita, come la loro influenza sui governi. Cresciuti all'epoca del Fordismo, delle politiche keynesiane e dell'ascesa dello Stato sociale, oggi, di fronte ad un panorama irrevocabilmente diverso, in cui i governi dichiarano la loro incapacità a resistere ai dettami delle forze economiche globali e le maggiori imprese sono quasi tutte transnazionali nella proprietà o nelle strategie produttive, i sindacati sono spesso disorientati.
Sono in molti a professare incertezza sul ruolo dei sindacati nel 21esimo secolo. Alcuni osservatori si chiedono se sono ancora degli attori socio-economici rilevanti. Ma i tempi duri possono stimolare nuove idee e offrono nuove opportunità. La sfida è quella di rivedere finalità e obiettivi dei sindacati e di elaborare nuovi modi per raggiungerli. Questo può comportare scelte difficili: non tutti gli obiettivi possono avere la priorità.