News/Approfondimenti > 22 agosto 2007

Il modello non prova la qualità

Il sistema che valuta i dirigenti della Pubblica amministrazione può essere migliorato. È lo stesso Mauro Marcantoni, direttore di Trentino school of management, a rivelare alcune criticità del modello di valutazione, affermando che «i dati sono ancora di difficile lettura perché mancano dei parametri oggettivi di riferimento, per cui vanno incrociati con i risultati delle attività di monitoraggio che arrivano dalle singole regioni». Ad esempio, sostiene Marcantoni, «una bassa incidenza di dirigenti rispetto al totale dei dipendenti non è necessariamente un buon segno se poi i risultati della macchina amministrativa dal punto di vista dell'efficienza per i cittadini sono mediocri».

Fra le altre criticità, messe in luce da chi ha condotto questa prima indagine sul management pubblico, è da ricordare la presenza di equilibri organizzativi locali differenziati e articolati, tali da non poter definire a priori delle buone pratiche di governance.

Anche il numero e la varietà delle posizioni dirigenziali hanno rappresentato un ostacolo in fase di valutazione, che potrà essere ovviato solo con una maggiore informatizzazione delle procedure e una maggiore efficienza nell'elaborazione dei dati. Infine, un'ulteriore difficoltà riscontrata e difficile da superare è stata quella relativa all'attitudine a instaurare un rapporto di trasparenza e reciproca fiducia tra valutato e valutatore.

Stando sempre alle osservazioni del Formez, l'obiettivo più importante delle prossime indagini sarà quello di «definire uno standard d'eccellenza comune nella valutazione della dirigenza, che lasci comunque spazio alle specificità delle diverse amministrazioni», nella speranza che poi i comportamenti virtuosi vengano incentivati e cresca il livello complessivo della qualità dei servizi offerti dalla Pubblica amministrazione. Accanto a questo è importante che il sistema di valutazione «si ponga tre traguardi puntuali: gestire nel miglior modo l'elevato tasso di conflittualità; evitare l'appiattimento verso l'alto delle valutazioni; individuare obiettivi e indicatori capaci di cogliere in modo adeguato gli aspetti qualitativi dell'azione amministrativa, in particolare nelle realtà che hanno rilevanti competenze di governo».

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