News/Approfondimenti > 22 agosto 2007

In Toscana i dirigenti più «cari»

In Emilia-Romagna l'incidenza dei dirigenti pubblici sui dipendenti e il loro costo relativo superano la media del Paese. Così come in Umbria si registrano 13,2 dirigenti ogni 100mila abitanti a fronte di un dato nazionale fermo a 8,8. E in Toscana un manager della Pa guadagna più dei suoi omologhi nel Centro-Nord, ma mille euro in meno dello stipendio medio (78.284 euro) del collega italiano. Luci e ombre della dirigenza pubblica nelle quattro regioni rispetto al quadro nazionale emergono dal primo ''Rapporto sui sistemi di valutazione della dirigenza nelle Regioni e nelle Province autonome. Modelli ed esperienze a confronto'' realizzato da Formez, in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento e Trentino school of management.

L'Umbria spicca, dunque, per uno dei rapporti più alti in Italia tra dirigenti pubblici e popolazione: 13,2 burocrati per ogni 100mila cittadini, più del doppio rispetto alle altre tre regioni dell'area: l'incidenza scende a 5,9 nelle Marche, a 5,4 in Emilia-Romagna e a 5,2 in Toscana.

Sebbene un'elevata quota di personale dirigenziale rispetto alla popolazione regionale desti preoccupazione, il dato va confrontato con il livello di qualità dei servizi offerti nei diversi territori.
Nelle Marche la percentuale media dei dirigenti sul totale dei dipendenti pubblici è fra le più basse in Italia: il 5,4% contro una media del 7,28. Nelle altre regioni del Centro-Nord lo stesso rapporto aumenta a 6,79% in Toscana, a 6,86% in Umbria e a 7,94% in Emilia-Romagna, tuttavia non supera la soglia critica del 9% indicata dal Formez, oltre la quale le percentuali possono essere considerate anomale a prescindere dal modello organizzativo adottato a livello di governance regionale.

Sempre secondo il Formez, però, «non è automatico che chi sta sotto questa soglia debba essere considerato virtuoso in quanto i meccanismi che regolano gli assetti e l'accesso alla dirigenza sono condizionati da fattori diversi dai reali fabbisogni».

In Emilia-Romagna oltre un quinto delle spese per il personale amministrativo è assorbito dai dirigenti: il loro costo incide infatti per il 21,71 per cento. Il dato è superiore al 19,86% registrato su scala nazionale e a quello rilevato nelle altre amministrazioni dell'area: 18,18% in Toscana, 16,93% in Umbria; 15,47 nelle Marche. Un dato positivo, quest'ultimo marchigiano, che riflette soprattutto il basso rapporto fra numero di dirigenti e numero dei dipendenti, che classifica la regione fra quelle a minor intensità dirigenziale in Italia.

In Toscana le retribuzioni del management pubblico sono elevate solo rispetto alle altre regioni del Centro-Nord, ma risultano mille euro sotto il valore medio del Paese: un dirigente regionale guadagna a Firenze 77.145 euro l'anno, contro i 76.628 euro del collega a Bologna, i 75.847 euro di quello ad Ancona e i 72.629 euro di Perugia. La retribuzione globale del personale pubblico dirigenziale comprende anche l'indennità di posizione e l'indennità di risultato subordinata al raggiungimento degli obiettivi assegnati. Le regioni del Centro-Nord che hanno un'indennità di risultato più elevata sono l'Umbria e la Toscana, rispettivamente con 10.230 euro e 8.590 euro. Le regioni, invece, meno propense a rischiare sul risultato sono le Marche (6.559 euro) e l'Emilia-Romagna (5.632 euro). Al netto dell'indennità di risultato spetta all'Emilia-Romagna il primato della regione a più alta retribuzione dei dirigenti pubblici con 70.996 euro, a seguire la Toscana con 68.555 euro.

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