News/Approfondimenti > 02 novembre 2022

Design Thinking: le origini

L'utilizzo della definizione Design Thinking è apparsa alla fine degli anni '80, con Peter G. Rowe direttore, degli Urban Design Programs di Harvard, che coniò il termine descrivendo le diverse metodologie e approcci utilizzati da architetti e urbanisti nella progettazione. Successivamente all'inizio degli anni '90 Tim Brown, CEO di IDEO, società di innovazione e design, utilizzò il termine con un'accezione più ampia, che aveva in sé una vera e propria visione di futuro: pensare come un designer per dare la possibilità di

trasformare il modo con cui si sviluppano prodotti, servizi, processi e talvolta anche strategie. Dal 2005 il Design Thinking è materia di insegnamento presso la Stanford School of Design, con una diffusione negli anni successivi in altre università, in enti di formazione e in ambienti organizzativi che hanno adattato il metodo alle proprie specifiche esigenze.

Design Thinking e Competenze Digitali
Partendo da questa base teorica e unendo quanto riportato nel framework europeo DigComp per l'ambito “Risolvere problemi” a livello avanzato, Tsm ha progettato una nuova iniziativa formativa inserita nel progetto ioDigitale, in particolare dedicata ai Metodi e strumenti per gestire i problemi con il digitale. L'obiettivo del corso, è quello di sviluppare la capacità di valutazione dei diversi problemi che possono sorgere (lavoro e vita personale), per giungere a una risoluzione con gli strumenti e le modalità più adeguate, anche attraverso soluzioni innovative da applicare al contesto.

Design Thinking e ioDigitale
L'approccio del corso inserito in ioDigitale si basa sull'individuazione di una “sfida”, un problema al quale si vuole trovare una soluzione che sarà ricercata seguendo un processo a cinque fasi:

  1. Empatia: fase in cui si raccolgono informazioni, mediante interviste “empatiche” per comprendere meglio il problema, le persone e i loro bisogni, per sapere quale sia la cultura organizzativa, per capire cosa provano le persone.
  2. Definizione: tra le informazioni raccolte, si effettua un'analisi, identificando e definendo con il gruppo di lavoro quali possano essere gli elementi da considerare, le problematiche da affrontare e risolvere.
  3. Ideazione: è la fase dello sviluppo delle idee in funzione della ricerca di più soluzioni, che saranno messe e rimarranno a disposizione del gruppo di lavoro per le fasi successive.
  4. Prototipazione: è la fase in cui una delle soluzioni sarà presa in considerazione e sarà creato un prototipo, che per sua natura, non essendoci l'elemento definitivo, consente di essere riprogettato.
  5. Testing: questa fase, strettamente correlata con la precedente, è volta a provare se quanto prodotto assolve alla funzione per il quale è stato creato, ovvero la soluzione della sfida/problema iniziale.

Il ciclo alterna fasi divergenti (raccolta di informazioni, raccolta di idee) a fasi convergenti (definizione, osservazione e presa di decisioni tra possibili soluzioni).

Il tutto viene integrato con gli strumenti digitali che rafforzano tale metodo di Problem solving, permettendo di conservare le informazioni, ordinarle, rivederle ed averle sempre a disposizione, nell'ottica di fondo del miglioramento continuo. Il corso è organizzato in tre edizioni e si concluderà a fine novembre 2022, coinvolgendo circa 60 dipendenti provenienti dalla Provincia autonoma di Trento e dagli Enti e Società del sistema pubblico Trentino.

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