Il mercato del lavoro e il ruolo dei sindacati

Egregio direttore, illuminante l'intervista fatta l'altro ieri dal suo giornale all'ex ministro Tiziano Treu.

Non c'è dubbio che ci troviamo, come spiega lo stesso Treu, in una fase storica in cui il sindacato arranca e fatica ad attirare verso di sé soprattutto i giovani.

L'impressione è che cgil, cisl e UH abbiano esaurito le forze e stiano navigando a vista, con battaglie di retroguardia che oggi lasciano il tempo che trovano (vedi abolizione dell'articolo 18).

Siccome credo che i sindacati abbiano avuto un ruolo chiave nella crescita del Paese, spero che sappiano trovare al più presto una strada nuova.

Il mondo del lavoro è in perenne movimento e i giovani sono stritolati dentro un mercato che non guarda in faccia nessuno.

II mercato si è modernizzato, i sindacati fanno fatica a stare al passo dei tempi e i lavoratori lo hanno capito.

C'è allora da ricostruire un tessuto tra questi due mondi. Non sarà facile, ma la strada va intrapresa. A patto di non scivolare nelle battaglie di un tempo che non esiste più. Solo così i sindacati potranno tornare a essere uno strumento per tutelare i lavoratori.
L. Franceschi, TRENTO

Caro Franceschi, il sindacato è stretto in una tenaglia contraddittoria.

Da un lato deve difendere gli interessi degli iscritti, dai quali deriva la propria legittimazione, dall'altro, in una realtà stravolta dalla crisi e dalla globalizzazione, ha la necessità di aprirsi ai nuovi mondi.

Sul fronte degli iscritti ci sono i tutelati, mentre su quello opposto troviamo quanti sono privi di garanzie e di rappresentanza. In realtà, la tenaglia è solo apparentemente contraddittoria, come gli ultimi anni hanno ormai ampiamente dimostrato.

Se la situazione non sarà riequilibrata, l'economia andrà sempre peggio e pure chi oggi è ancora «protetto» ne patirà le conseguenze.

Compito del sindacato è anche far accettare tale amara verità ai propri iscritti.

(Enrico Franco)