News/Approfondimenti > 15 giugno 2014

Incubatoli, piano per la centralizzazione

Corriere del Trentino

Start-up Olivi: «Trento Rise? Eliminare le zone franche gestite con autoreferenzialità». Busato: «monitorare le aziende di successo»

TRENTO -- I tecnici della Provincia stanno elaborando un piano per riorganizzare tutto il comparto dei servizi alle startup, che verrà guidato da una regia unica «costituita da una divisione di Trentino sviluppo». Il vicepresidente Alessandro Olivi definisce il quadro emerso sul Corriere del Trentino di ieri, che necessita di una risposta aun'eccessiva frammentazione. In questo contesto «è normale» che alcune strutture possano perdere parte dell'attuale autonomia, come ad esempio Trento Rise. La riorganizzazione trova il plauso di Confindustria, che con il direttore Roberto Busato chiarisce: «È tempo di attuare un monitoraggio dell'andamento di queste start-up, per capire quali sono effettivamente i casi di successo». Lo spunto della discussione è emerso nel corso del seminario dell'altro ieri organizzato da Tsm La Res incentrato sul «futuro dell'industria». In quell'occasione il docente dell'ateneo cittadino Sandro Trento ha detto chiaramente che «otto incubatoli sono troppi per un territorio piccolo come il Trentino». Al che Olivi, presente all'incontro, ha condiviso l'analisi, parlando anche di una «riorganizzazione del sistema in atto». «Negli ultimi anni -- approfondisce il vicepresidente -- è stata costruita una pluralità di strumenti per sostenere la nuova imprenditorialità. Il problema è che si tratta di un insieme frastagliato, con rami non coordinati fra loro». L'elenco comprende «gli incentivi alle start-up previsti dalla riforma della legge 6, in particolare con attenzione alla ricerca; Trento Rise con il programma Tech Peaks; il Seed money che impiega Fondi europei; il programma per le nuove imprese cooperative avviato dal professor Carlo Borzaga relativamente ai settori del welfare; l'attività dell'Agenzia del lavoro a favore delle iniziative imprenditoriali dei soggetti deboli; gli incubatori più strutturati comprendenti i 6 Bic di Trentinosviluppo, Progetto Manifattura e Meccatronica che è verso il compimento». Insomma, un elenco lungo.
«È necessaria una razionalizzazione, anche per ottimizzare la resa delle risorse -- osserva Olivi --. Trentino sviluppo avrà la regia, pur mantenendo l'articolazione organica per tematiche. Si arriverà allo sportello unico per la nuova imprenditorialità». Gli elementi critici non mancano: «Dobbiamo eliminare le "zone franche", luoghi dove qualcuno tende a gestire con troppa autoreferenzialità le sue relazioni». Ciò significherà meno autonomia per i diversi soggetti? «È normale -- afferma Olivi -- non dovranno più esserci le zone franche». Il piano provinciale è pensato per «permettere a qualunque nuova impresa di conoscere l'intero set di servizi. Non è giusto che se un'impresa nasce in Trento Rise acceda a possibilità diverse rispetto ai Bic 0 a Meccatronica. L'imprenditore -- continua l'assessore -- non
deve essere costretto a rivolgersi a 10 sportelli. E la competenza deve andare a una struttura che deve abituarsi a non distinguere le imprese per censo. Tutte hanno diritto a un supporto uguale nel momento dell'iniziale fragilità. Il riordino è necessario -- sottolinea --, perché abbiamo speso molto, ma il rischio è di non riuscire a fare massa critica».

Un centro unico di monitoraggio è indispensabile anche per Busato, «ci sono troppe entità che lavorano con le start-up. Serve un monitoraggio, perché molte società partono, ma poi occorre conoscere quante riescono ad andare avanti. Il fatto che ce ne siano tante è un bel segnale di vitalità, ma in futuro i dati, forniti da un gente gestore unico, dovranno fotografare il reale stato delle cose».

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