News/Approfondimenti > 02 ottobre 2014

Sindacato, il futuro è confederale

Corriere del Trentino

Scarponi: «Allargare la rappresentanza per superare la crisi»

TRENTO - La scommessa è la creazione di un circuito virtuoso fra le istituzioni pubbliche e le parti sociali, per riuscire a governare le dinamiche attuali del mercato del lavoro. La riflessione ammette l'attuale marginalità della contrattazione territoriale, ma non trascura le potenzialità di modelli a livello locale che consentano di sfuggire al rischio dell'aziendalizzazione nella gestione dei rapporti di lavoro. Il confronto fra gli attori parte dal presupposto che assetti alternativi a quelli delle riforme in questo momento in discussione al parlamento siano possibili.

Tutto ciò in considerazione dei «tempi duri» e delle «scelte difficili» che investono i sindacati, i quali, come spiega la docente Stefania Scarponi, ordinaria di diritto del lavoro alla facoltà di Giurisprudenza, «risultano indeboliti dai processi di globalizzazione in atto e dovrebbero individuare delle strategie per costruire solidarietà più ampie». Su queste tematiche si concentrerà il convegno nazionale dell'Aisri (Associazione italiana di studio delle relazioni industriali) dedicato a «concertazione e contrattazione territoriale», in programma fra domani e sabato alla Trentino school of management e alla facoltà di Giurisprudenza.

Prenderà le mosse dal ragionamento che Richard Hyman e Rebecca Gumbrell-McCormick hanno trasposto nel volume «Tempi duri, scelte difficili. I sindacati in Europa occidentale»: «Il titolo mi sembra eloquente -- commenta Scarponi, membro del comitato scientifico che ha organizzato l'evento -- Le logiche diconcorrenzialità dei vari Paesi, le tecniche delle imprese transnazionali nel delocalizzare i propri stabilimenti a seconda della convenienza, hanno indebolito il ruolo sia degli Stati nazionali che dei sindacati». La globalizzazione, dunque, è nemica del sindacato, che si trova svigorito e marginalizzato dai suoi processi. «Dovrebbe individuare strategie per costruire solidarietà più ampie -- prosegue Scarponi -- nonostante sia tutt'altro che facile, perché da tempo il sindacato è dovuto uscire da logiche di rivendicazione meramente acquisitive. La gestione dei tempi di crisi, inoltre, comporta enormi difficoltà, dovute soprattutto alla sfida di essere in grado di rappresentare bene i diversi interessi che riguardano i lavoratori». È a livello territoriale che si potrebbe marcare la differenza. Qui, secondo Scarponi, «dovrebbe prevalere la natura confederale del sindacato». Una dimensione nella quale «trovare il modo migliore per offrire una rappresentanza il più allargata e universalistica possibile, anche al di fuori della cerchia dei propri iscritti». Lo stesso vale per il campo d'azione: non più il sindacato come controparte del solo datore di lavoro, ma come organo che allarga il proprio raggio di intervento a interessi anche di tipo sociale, all'accesso a misure di welfare ad esempio, in grado di fornire una più vasta gamma di risposte. «In questo senso il modello trentino di concertazione sociale può essere interessante» sottolinea la docente. «La proposta è esplorare la dimensione territoriale come terreno di una possibile azione, sia delle parti sociali che degli attori istituzionali, nel governo del mercato del lavoro -- spiega Scarponi -nell'indirizzo di strategie di sostegno alle imprese data la situazione di crisi e di un intervento nel sistema di welfare non solo di tipo distributivo, ma anche in termini di erogazione di servizi». Al convegno, prima della tavola rotonda che coinvolgerà la politica e le sigle sindacali, la cui conclusione sarà affidata all'ex ministro del lavoro Tiziano Treu, interverranno numerosi studiosi, che metteranno a confronto esperienze diverse per riflettere «sull'attuale marginalità della contrattazione territoriale», ma anche sulle potenzialità di modelli a livello locale. «Riteniamo che una rotta diversa da quella incentrata sulla dimensione nazionale, che interessa attualmente il legislatore, sia possibile -conclude Scarponi -- Il contesto territoriale ha la sua vitalità, modelli alternativi a quelli di cui si discute attualmente sono possibili».

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