News/Approfondimenti > 19 febbraio 2005

Etnocentrici e globali

L’incontro promosso ieri dalla Trento School of Management

Siamo tutti uguali ma diversi. Sembra un controsenso, ma rappresenta la realtà.

Ne ha discusso ieri sera, in una sala Falconetto gremita soprattutto da studenti, il professor Bernardo Bernardi, docente di Antropologia culturale alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e di Etnologia alla Facoltà di Lettere dell’Università ''La Sapienza'' di Roma.

Invitato dalla Trento School of Management, il noto antropologo - che lega il proprio nome allo studio del mondo africano – ha tenuto una lectio magistralis sul tema ''Etnicità e identità culturali''.

Sul tavolo dei relatori, assieme a lui, l’ex direttore di Nigrizia Pier Maria Mazzola.

L’incontro è stato introdotto da Umberto Martini, direttore del Master of Tourism Management che ha sottolineato come l’antropologia sia una disciplina irrinunciabile anche per ambiti apparentemente legati a una visione squisitamente economica, come il turismo: ''Non si può considerare il turismo solamente da un punto di vista numerico, calcolando quante persone hanno visitato un posto''.

È toccato poi a Ugo Morelli, responsabile scientifico per la TSM, introdurre il professor Bernardi, di cui è stato allievo - ha spiegato - all’università di Bologna.

Il docente ha accarezzato il tema del turismo (''esso è incontro con gli altri, un modo per conoscere non solo i posti, ma anche le persone!) per poi buttarsi a capofitto sulla questione principale.

L’identità di un individuo cambia di continuo e l’etnia è alla base dell’identità stessa. ''Tutti noi – ha detto Bernardi – siamo etnocentrici e propugniamo l’appartenenza a un gruppo. L’importante è che questa non diventi patologica o si sfocia in estremismi''.

La globalizzazione non è vista come qualcosa di negativo (''può facilitare il rapporto fra culture'') però come tutte le cose ''può rappresentare un pericolo se usata male''.

E infine un concetto più volte ribadito: ''L’uomo per natura è migrante. Un tempo c’erano le migrazioni in America, oggi le fughe di cervelli. L’uomo è cittadino del mondo e, per essere felice, deve comportarsi con comprensione e rispetto''.

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