News/Approfondimenti > 18 giugno 2004

governare la complessità

Trento School of Management, due giorni di convegno per fare il punto sull’approccio multidisciplinare alla cultura. Di Alex Franchini

Vent’anni fa l’avventura scientifica legata al concetto di «complessità » gettava solide basi anche in Italia: studiosi delle discipline più diverse si confrontarono a lungo spinti dall’inadeguatezza dei modelli di pensiero allora attuali. Il mondo non appariva più «semplice», come era stato analizzato. I fatti che contavano nelle relazioni sociali, culturali ed economiche si modificavano a velocità via via crescente.

«Questi erano di un numero e di una qualità superiore alla capacità di governarli o di controllarli tutti» spiega il professor Ugo Morelli. Oggi dalle 17 e per tutta la giornata di domani, nella sala conferenze del Mart, si terrà un importante seminario di studio: «Complessità, un bilancio scientifico».

Organizzato in collaborazione tra la tsm-Trento School of Management ed i laureati che stanno partecipando al «Master of art and culture management», costituisce una occasione importante per incontrare alcuni dei più rappresentativi studiosi italiani del momento. Dell’iniziativa parla proprio il professor Ugo Morelli, direttore del Master.

Come nasce questo seminario di due giornate?
«Nel programma di questo master abbiamo inserito le prospettive più evolute della ricerca scientifica applicata alla psicologia, alla economia ed al management. Queste fanno anche riferimento ad un movimento scientifico internazionale che ha avuto una manifestazione importante anche in Italia negli anni ’83-’85 e che va sotto il nome di “paradigma della complessità”. Questa visione delle cose fece sì che realizzassimo a Milano nel 1984 gli incontri de “La sfida della complessità”.

Alcuni studiosi di allora sono oggi insegnanti in questo master; insieme agli studenti si sono resi conto che erano passati esattamente vent’anni da quella vicenda. Hanno quindi pensato di organizzare un evento che permetta di fare un confronto scientifico, su che cosa fu quella svolta, che caratteristiche ebbe, che cosa ha determinato nel pensiero, nella ricerca. Ma anche nella applicazione, nei modi di governare, nei modi di gestire le imprese e le istituzioni ».

Per Morelli, si tratta di un momento di confronto scientifico di tutto rilievo, «anche perché credo che abbia a che fare con una questione: cosa vuol dire fare cultura oggi in una realtà locale; che cosa vuol dire oggi per esempio per il Mart essere a Rovereto. Con questo Master e tutta la Tsm, ci poniamo  l’obiettivo di fare della realtà trentina, in questo caso di Rovereto, un luogo in cui un laboratorio di pensiero, di idee, di ricerca e di formazione possa diventare un elemento di attrazione in cui la cultura divenga anche motivo di sviluppo economico».

Per Morelli, la ricaduta è automatica e ampia, e quindi l’appuntamento di oggi e domani può essere interessante per chiunque si occupi di sapere, di cultura e di amministrazione: «Penso in particolare a coloro che insegnano. E che per esempio spiegando oggi la storia, l’economia, la psicologia, magari adottano prospettive troppo tradizionali rispetto alle rivoluzioni che ci sono state negli  ultimi vent’anni nel campo della scienza. Ed avere consapevolezza di tutto questo - afferma il docente - significa poter innovare anche sé stessi. Oltre al fatto che avere queste persone, tutte insieme, come opportunità di aggiornamento non è cosa tanto consueta».

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