News/Approfondimenti > 16 ottobre 2017

Accolti in Provincia i gestori dei siti UNESCO di 25 Paesi diversi

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Gilmozzi: «Dolomiti: piccoli territori alleati, guardiani attivi per valorizzare ambiente e produrre nuovo sviluppo» 

Mexico, Iran, Zambia, Sud Africa, Cina, USA, Norvegia, Filandia, India, Romania da questi e altri Paesi provengono le oltre 20 persone, gestrici di Beni UNESCO, accolti oggi pomeriggio dall'assessore all'ambiente Mauro Gilmozzi e dalla direttrice della Fondazione Dolomiti Marcella Morandini. Con loro i dirigenti generali Romano Masè e Fabio Scalet che hanno relazionato su alcuni degli aspetti tecnici della gestione UNESCO e del Trentino. 
Ugo Morelli e Gabriella De Fino, di TSM, hanno illustrato il Master Beni Naturali e le attività svolte da step. In sala anche il presidente della SAT Claudio Bassetti che nei prossimi giorni illustrerà ai partecipanti al corso ICCROM l'associazione alpinistica e i presidi culturali inerenti le Dolomiti gestiti e custoditi nella Biblioteca della Montagna
  
L'assessore Mauro Gilmozzi ha inquadrato il Trentino e le Dolomiti UNESCO partendo dall'importanza della catena delle Alpi, uno spazio di vita alpina che «vive nella modernità e si confronta e si integra con i territori metropolitani. La nostra storia sta in questo paradigma, noi stiamo in montagna, la nostra cultura si integra con quella della pianura ma non è la stessa cosa. 
«Le città alpine sono in forte relazioni con il territorio metropolitano ma quelle alpine applicano politiche affinchè la vita possa svilupparsi bene nelle valli. La nostra vocazione, la nostra missione è valorizzare l'autonomia del Trentino contribuendo a concepire le Alpi come spazi di vita. Il territorio è fatto di montagne ma anche di presidi universitari, di ricerca, di culture, di volontariato fortemente internazionale e integrato. 
«Per la prima volta l'UNESCO riconoscendo le Dolomiti ha riconosciuto il mix tra natura incontaminata e bellissima e presenza dell'uomo che ha forgiato il suo paesaggio. Questo rapporto fra azioni dell'uomo, natura creano la cultura del paesaggio. In questo contesto, natura e ambiente diventano il nuovo paradigma di sviluppo.»
 
L'assessore provinciale all'ambiente ha evidenziato come nella catena alpina che è, peraltro, al «centro dell'Europa, vivono 12 milioni di abitanti. 
«Le Alpi sono il nostro spazio di vita e noi lavoriamo per mantenere le popolazioni in montagna, il nostro obiettivo è una buona qualità della vita e ciò è anche la ragione per la quale esiste l'Autonomia. La tutela dell'ambiente passa da qui, dall'uomo che vive in montagna e produce reddito. 
«Noi dobbiamo fare in modo che le persone abbiano lavoro e qualità della vita. Senza lavoro non si sta da nessuna parte, senza servizi, nemmeno. È necessario avere scuole, servizi sanitari, trasporti e tanto altro per garantire una buona qualità della vita. 
«La decisione di vivere in montagna è fondamentale, una montagna abbandonata crea problemi anche in pianura.» 
L' assessore Gilmozzi che è stato anche il regista del riconoscimento UNESCO delle Dolomiti ha anche sottolineato come «Le Dolomiti non hanno i confini che la geopolitica ha tracciato nei secoli ma si elevano su cinque province e tre regioni. In questo territorio si parlano diverse lingue, il ladino, l'italiano, il tedesco e il friulano a dimostrazione che le Alpi sono sempre stato un luogo d'incontro. 
«La Fondazione nata all'indomani del riconoscimento è una piattaforma che coinvolge tutti i territori, con 9 parchi, reti fra istituti di ricerca, di conoscenza, fra scienziati che si occupano di geologia, reti fra musei...
«Una Fondazione nella quale ciascuno si impegna a fornire qualcosa, a condividerlo con gli altri, a prendersi degli impegni da portare avanti, costruire rapporti molto stretti, coinvolgere portatori d'interessi, ambientalisti, imprenditori, associazioni di vari ambiti, enti istituzionali come Comuni e cittadini. È stata elaborata, con tutti questi attori, una strategia comune.
«Un risultato straordinario, il piano strategico delle Dolomiti che è diventato un vero e proprio manifesto politico di un'area molto vasta. È stato condiviso da Trentino, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Un modello molto importante che ci ha permesso di costituire un'altra alleanza quella del Parco dello Stelvio. 
«Un modello a rete – ha concluso l'assessore Gilmozzi – adatto per governance multipli capaci di organicità e idea di sviluppo sostenibile. Insieme condividiamo ragionamenti che diventano elementi da condividere con altri. Insieme costruiamo una visione di futuro del nostro territorio per avere la forza comune di seguirlo nei passi concreti.»
 
Ad illustrare la piattaforma della Fondazione ci ha pensato la direttrice Marcella Morandini che ha proiettato anche un brevissimo filmato per l'individuazione corretto dei 9 sistemi dolomitici estesi su tutta la regione dolomitica UNESCO.
Fabio Scalet ha illustrato gli elementi principali per capire l'Autonomia del Trentino e ha dato l'inquadramento giuridico della Fondazione Dolomiti UNESCO.
Romano Masè ha evidenziato, spiegando il sistema di aree protette e di gestione del territorio e le differenze di approccio gestionale nel corso del tempo, come il Trentino pur essendo un piccolo territorio sia una grande culla della biodiversità «c'è qui un enorme patrimonio di biodiversità di paesaggi, di ambienti e di uomini che qui vivono.»
Ugo Morelli e Gabriella De Fino, rispettivamente presidente e responsabile organizzativa del Master Beni Naturali, incardinato in TSM, step (scuola per il governo del territorio e del paesaggio) hanno illustrato le finalità e i contenuti del Master giunto ormai alla quinta edizione.
 
Fino a venerdì il folto gruppo di referenti siti UNESCO avranno modo di vedere e ascoltare le strategie di gestione del nostro territorio e del Bene UNESCO. 
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