News/Approfondimenti > 05 ottobre 2013

Alleanze internazionali tra sindacati contro l'aumento della povertà

L'Adige

TRENTO - Le multinazionali minano la produzione autoctona dei Paesi in via di sviluppo, generando disoccupazione. E vero, la povertà assoluta nel mondo è diminuita, dice Marco Vivarelli, economista dell'Università Cattolica di Piacenza, intervenendo al seminario della Trentino School of Management e di Lares, il Laboratorio di relazioni sindacali presso la Tsm. Ma sta aumentando la povertà relativa, ovvero all'interno di uno Stato tra diverse classi sociali, e questa mancanza di coesione sociale è spesso causa di malcontento e rivolte. Vivarelli cita il premio Nobel Joseph Stiglitz: «La globalizzazione non va ostacolata ma governata». I due metodi principali sono l'educazione, ovvero investire nelle scuole e nelle università, e le politiche industriali e di innovazione. Senza dimenticare l'importanza di una collaborazione tra Paesi a proposito di welfare e sicurezza. Anna Biondi ed Enrico Cairola dell'Ilo, l'Organizzazione internazionale del lavoro, si soffermano sui compiti di questa agenzia istituita nel 1919 ed entrata nell'Onu nel 1946 per promuovere il progresso sociale e regolare il commercio internazionale attraverso un approccio tripartito tra imprenditori, lavoratori e governi, con l'obiettivo di creare condizioni di lavoro dignitose («decent work»). Cairola ha sottolineato la necessità di alleanze e cooperazione tra i sindacati di diversi Paesi. Toni Serafini, segretario della Uil di Bolzano, commenta come sia importante in una regione alpina come la nostra puntare su innovazione e educazione, senza chiudersi nell'industria, nell'ambito del turismo e dell'agricoltura, settori trainanti del nostro mercato.

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