News/Approfondimenti > 31 maggio 2019

Cultura e patrimonio culturale sono fattori chiave per lo sviluppo locale dei territori alle prese con la globalizzazione

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Nell'ambito del più ampio filone di lavoro su cultura e sviluppo locale, il Centro OCSE di Trento ha organizzato con tsm-Trentino School of Management una sessione al Festival dell'Economia per discutere, insieme a Michele Trimarchi, professore di economia della cultura, Joana Sousa Monteiro, direttrice del museo di Lisbona, e Joan Roca, direttore del museo di storia di Barcellona, dei modi attraverso cui cultura e patrimonio culturale contribuiscono all'identità dei luoghi e possono fungere da elemento di trasformazione del tessuto economico nell'era globale.

I settori culturali e creativi danno vita a vibranti attività economiche creando non solo lavoro, nuove imprese e entrate fiscali, ma agendo quali promotori di integrazione e inclusione di gruppi sociali a rischio di marginalità, come giovani, migranti, disabili.
La cultura non si identifica più nell'etichetta convenzionale e statica legata alle mere opere d'arte e musei, ma si ricollega alla visione antropologica in cui la cultura modella le identità dei luoghi attraverso credenze, prassi, usi e tradizioni. Gli stessi musei negli ultimi 30 anni hanno dimostrato di essere centri di conoscenza dinamici e stimolanti, in grado di stabilire un impegno a lungo termine con un pubblico diverso, operando come agenti di sviluppo sociale ed economico.

“La sofisticata complessità della società contemporanea suggerisce la necessità di ibridazione e mutua contaminazione delle arti e della cultura con la vita urbana ordinaria, quale principale interlocutore dei valori culturali, considerando il crescente cosmopolitismo e la ricca interazione tra le dimensioni analogiche e digitali”, afferma Michele Trimarchi. Il valore della cultura viene più efficacemente estratto in un tessuto urbano coerente, superando il tradizionale isolamento delle arti e della cultura nelle cosiddette “torri d'avorio”. “La cultura deve essere ovunque e permeabile al pubblico”, afferma l'economista.

“Una nuova generazione di musei cittadini sta emergendo, concepiti come musei della rete, policentrici, che possono essere particolarmente efficaci se mantengono la prospettiva storica nelle loro narrative”, afferma Joan Roca. “I musei cittadini promuovono valori d'identità locale che connettono l'unicità del patrimonio, il luogo urbano, la storia e il presente”, ribadisce Joan Sousa Monteiro. Migliorare la ridistribuzione della cultura metropolitana, una ricchezza simbolica, conta davvero: il patrimonio contemporaneo nelle periferie, per es. il patrimonio industriale, è una questione chiave per la coesione sociale e lo sviluppo della città. Questi nuovi musei si collegano quindi ad un tessuto urbano sociale diverso, che comprende pubblici tradizionalmente esclusi come gruppi svantaggiati, migranti e disabili, aggiungendo valore allo sviluppo delle identità locali, al contrario di alcune tendenze globali. 

“Cultura e creatività possono davvero diventare fattori chiave di sviluppo di un territorio”, afferma Ekaterina Travkina dell'OCSE, “a patto di determinate condizioni: per rinnovare le città attraverso la cultura e il patrimonio è fondamentale lavorare in una dimensione multilivello dove comunità, città, territori, ed istituzioni vengono considerati un unico insieme.” La cultura dei popoli è da sempre stratificazione e commistione d'identità culturali diverse, dovremmo solo prenderne consapevolezza.

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