News/Approfondimenti > 27 febbraio 2016

La metà dei trentini giudica positivamente il ruolo del sindacato

Corriere del Trentino

Trento Una comunità coesa, che ha ridimensionato il proprio consenso verso i corpi intermedi ma che riconosce ancora l'importanza dei sindacati e del loro ruolo nel mercato del lavoro . Così si presenta la società trentina sulla base dei risultati ottenuti dalla ricerca «Rappresentare il lavoro in Trentino, n ruolo e la percezione dei sindacati nella popolazione e fra i sindacati » promossa da cgil , cisl e uil con il laboratorio relazioni sindacali , presentata ieri nella sede della Trentino school of management. L'indagine si articola su un duplice fronte: da una parte uno studio sulla coesione sociale e sul ruolo delle associazioni di rappresentanza e delle organizzazioni sindacali condotta su un campione di 920 cittadini, dall'altra la percezione del ruolo del sindacato tra i delegati delle tre confederazioni. «Poco più del 40% degli intervistati dichiara di nutrire molta o abbastanza fiducia verso i sindacati , più che nel governo -- spiega Paolo Barbieri dell'università di Trento, curatore dell'indagine -- Inoltre ad avere un atteggiamento positivo nei confronti dei sindacati è quasi il 54%».

I sindacati sono dunque ritenuti utili e capaci di rispondere alle esigenze poste dai lavoratori , tuttavia l'indagine dimostra anche che viene chiesto loro un impegno maggiore. Dalle fette di popolazione tradizionalmente escluse dalla rappresentanza, come i più giovani e i precari , arriva infatti la richiesta di occuparsi maggiormente di loro e delle loro condizioni contrattuali. «Una sfida e un'opportunità» come sottolinea il segretario della cgil Franco Ianeselli. L'indagine parte infatti dalla volontà delle tre confederazioni di leggere il cambiamento e individuare nuove strade: «Le trasformazioni mettono continuamente in discussione il ruolo dei corpi intermedi, compreso il sindacato -- spiegano i segretari di cisl e uil , Lorenzo Pomini e Walter Alotti -- Rendersi conto del cambiamento e reagire è la sfida che il sindacato deve porsi e vincere nel prossimo futuro». I cittadini trentini chiedono così ai sindacati più ragionevolezza, più unità e maggior azione contrattuale. «Ci viene chiesto di cambiare perché il mondo è cambiato, di essere uniti e ragionevoli» commenta Ianeselli. Barbieri rileva come «in generale lo stato di salute dei corpi intermedi trentini è buono», e la fiducia che dimostrano verso essi «viene espressa in maniera molto più simile ai livelli europei che a quelli italiani». «I trentini non delegano né ai sindacati né a nessun altro il proprio ruolo, cosa che forse fa cadere alcuni miti sulla società trentina -prosegue il docente -- Sono molto concreti e chiedono di mettere da parte le ideologie e i conflitti sociali. Vogliono responsabilità e unione».

II vicepresidente della Provincia Alessandro olivi ha sottolineato come «in una fase in cui l'autoassoluzione è la scorciatoia più frequente, è un atto di coraggio rispetto alla comunità interrogarsi sui propri limiti e i propri punti di forza» e che «il sindacato è parte costitutiva del nostro sistema di autonomia e il suo ruolo è fondamentale per ampliare la fiducia».

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