News/Approfondimenti > 21 febbraio 2014

Olivi a sindacati e imprese: ''subito un patto per lo sviluppo del lavoro''

Comunicato della PaT 397

“Alle imprese e ai sindacati propongo, in questo avvio di legislatura che vede la politica impegnata a definire la legge finanziaria, un patto comune per lo sviluppo del lavoro. La Provincia autonoma di Trento e le parti sociale devono lavorare per fissare in maniera unitaria e condivisa gli obiettivi del sistema Trentino per la competitività del territorio e le relazioni sociali”. Il vicepresidente ed assessore provinciale al lavoro e sviluppo economico, Alessandro Olivi, ha colto l'occasione del convegno “La contrattazione per crescere” - organizzato da Tsm-LaRes (Laboratorio relazioni sindacali) e Agenzia del Lavoro e che ha chiamato attorno allo stesso tavolo i vertici delle organizzazioni sindacali e delle categorie economiche - per proporre l'istituzione di un nuovo modo di operare, in cui tutti, ente pubblico e parti sociali, si assumano reciprocamente e in maniera chiara degli impegni per un nuovo sistema trentino del lavoro e delle relazioni sociali. L'obiettivo è fornire un ulteriore, determinante strumento in grado di garantire competitività al sistema Trentino.

“La Provincia autonoma di Trento - ha rilanciato Olivi - è pronta a metterci Irap, addizionale Irpef, le politiche di sistema e gli interventi a sostegno dello sviluppo. A fronte di questo sforzo fiscale e finanziario, propongo alle imprese degli impegni sul fronte degli investimenti e ai sindacati un modelli di concertazione e di partecipazione. Nessuno, lo impone una crisi che sta forzando il sistema Paese verso una ristrutturazione competitiva sociale ed economica, può usare il proprio potere di rappresentanza per ottimizzare il profitto delle risposte che si attende nel rapporto con la politica”.


Nelle sale di Trentino School of management-Tsm di via Giusti a Trento sono stati presentati stamani il “Rapporto sulla contrattazione collettiva di secondo livello in Provincia di Trento nel periodo 1995-2012” e il volume “Innovazione e partecipazione in azienda. Cambiamenti organizzativi e relazioni industriali in Alto Adige”. Il primo rappresenta, in forma di report, il censimento su base quinquennale dei contratti raccolti in Trentino nel periodo 1996-2011.

Come spiegato dai promotori, l'iniziativa editoriale intende valorizzare il patrimonio informativo raccolto e riprendere la pubblicazione dei documenti sulla contrattazione. L'iniziativa è stata possibile dopo che nel dicembre 2012 è stato stipulato un accordo di collaborazione tra Agenzia del lavoro e TSM–LaRes. “L'oggetto della collaborazione - hanno sottolineato i responsabili di Tsm ed Agenzia del lavoro - riguarda l'aggiornamento della raccolta dati per l'archivio provinciale della contrattazione integrativa aziendale al 2012, la stesura di un primo report informativo in materia, la possibilità di valorizzare con iniziative formative rivolte alle organizzazioni datoriali e sindacali il patrimonio informativo archiviato. L'idea è quella di proseguire lungo questa strada per proporre periodicamente approfondimenti su aspetti specifici della contrattazione”.

Ai lavori ha preso parte anche l'assessore provinciale al lavoro e alla sviluppo economico, Alessandro Olivi, che è intervenuto alla tavola rotonda “La contrattazione per crescere”. Il dibattito ha visto la partecipazione dei vertici dei sindacati Cgil, Cisl e Uil (Paolo Burli, Lorenzo Pomini, Walter Alotti), dell'Associazione artigiani (Roberto De Laurentis), di Confcommercio, Confindustria e Federazione trentina della Cooperazione (rappresentata da Paolo Tonelli).
“Le relazioni d'impresa ha esordito il vicepresidente e assessore provinciale al lavoro e sviluppo economico - sono un valore sempre più importante per garantire la crescita delle imprese e dell'economia territoriale. Gli studi più recenti dimostrano che la produttività, e quindi la competitività di un territorio, è data dalla qualità del sistema economico, dall'efficenza della pubblica amministrazione e dalla qualità delle strutture. In questo contesto, la qualità delle relazioni sociali sono sempre più determinanti perché rappresentano uno strumento di politica economica e non solo di sostegno. E in questo il Trentino è da anni un modello di riferimento nazionale”.

“In tema di contrattazione collettiva - ha poi proseguito Olivi - le istituzioni pubbliche devono innanzitutto compiere uno sforzo e una scelta di campo che in Trentino è stata fatta da tempo, ovvero considerare il fattore di partecipazione non solo come presupposto democratico di svolgimento delle relazioni tra imprenditori e lavoratori, ma come opportunità per migliorare il sistema economico, dando visibilità ai corpi intermedi: sindacati e organizzazioni di categoria”. A sostegno della sua proposta di un Patto per lo sviluppo del lavoro, il vicepresidente Olivi si è detto convinto che, senza la rappresentanza intermedia - e quindi in un “sistema privo dei luoghi della rappresentanza e con solo la componente pubblica e le aziende” -, si creerebbe un sistema verticale e polverizzato con evidente rischio del tutti contro tutti. “Assisteremmo ad un sistema - ha aggiunto Olivi - caratterizzato dalla solitudine delle istanze dei soggetti più deboli. E questo non lo possiamo permettere”.

“Oggi il Governo - ha continuato Olivi - discute di riforme nel mercato del lavoro. Ebbene, noi in Trentino queste riforme le abbiamo già attuate, ad incominciare dalla legge 19 del 1983 che per prima in Italia ha coinvolto le parti sociali sia nella fase di programmazione delle politiche sia nella successiva fase di attuazione delle stesse politiche. Dobbiamo dire no, in maniera ferma, a chi pensa di restituire una presunta competitività alle imprese, andando ad incidere al ribasso sui salari, ma altrettanto dobbiamo essere propositivi nell'attuare nuove forme di sperimentazione. In Trentino abbiamo le condizioni, non solo politiche, per poterlo fare e questo rappresenta un impegno che ci coinvolge tutti”.

Olivi ha poi rivolto la sua attenzione all'attuale momento di congiuntura economica. “Credo che questa crisi e questa ‘rivoluzione' sociale ed economica, che ha impattato su imprese con ripercussioni sui lavoratori, ci impongono di operare con il metodo della corresponsabilità delle parti sociali, lavorando ad un nuovo modello di partecipazione alle scelte strategiche delle imprese da parte dei lavoratori. Innovare l'azienda significa imprimere un'accelerazione, non solo tecnologica, in grado di riposizionare l'intero assetto. In questo contesto, le relazioni sociali sono elemento determinante, perché contribuiscono a restituire competitività all'azienda e a determinare il tasso di produttività del paese”.

Secondo l'assessore, le relazioni industriali non si costruiscono con le leggi che fissano la rappresentanza dei lavoratori nel cda. “Il tema di estrema attualità - ha concluso Olivi - è dare valore alle parti sociali, dare autonomia e rispettare la dimensione contrattuale. Certo, la partecipazione può essere flessibile, perché diverse sono le esigenze delle pmi rispetto alle grandi imprese, ma di fondo rimane la necessità di considerare la contrattazione come modello per costruire la partecipazione di tutti alla crescita dell'azienda”.

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