News/Approfondimenti > 14 giugno 2014

Troppi incubatoli, riassetto in vista

Corriere del Trentino

Seminario sul futuro dell'industria. Berta: «Piattaforme locali scelta obbligata, l'Italia è indietro»

TRENTO -- Poca capacità nell'andare sui mercati esteri a lungo raggio, un'innovazione ancora non sufficientemente supportata da ricerca e sviluppo e soprattutto un'incentivazione di progetti troppo frammentata con ben otto incubatori di impresa. «Troppi per un territorio piccolo come il Trentino». Sono queste le difficoltà del nostro sistema industriale analizzate ieri nel corso del seminario «L'industria italiana tra crisi e futuro. Produzione intelligente. Un viaggio nelle nuove fabbriche», organizzato da Tsm LaReS. Problemi di un'economia che non sono tutti dovuti alla grande crisi iniziata nel 2008. Molti dei fattori che spiegano le difficoltà del nostro sistema industriale, infatti, sono di lungo termine. Ora si tratta di mettere in campo soluzioni concrete per spingere la partenza economica. La ricetta? Forse non è ancora pronta, ma alcuni ingredienti sono stati messi sul tavolo ieri dai relatori del seminario. «I nodi da sbrogliare non sono solo tra chi fa innovazione e chi non la fa, pur riconoscendo che a parte alcuni settori specifici mancano laboratori di ricerca e sviluppo -- ha spiegato Sandro Trento, docente dell'università di Trento --.

Il problema vero è che le nostre aziende non riescono ad arrivare ai mercati più dinamici che ora sono lontani dall'Europa. Ben il 60% dell'export si ferma ai confini del Vecchio continente, quando i mercati che tirano oggi sono Asia e America Latina, territori in cui siamo poco presenti e che non sappiamo raggiungere». E il Trentino, secondo il professore, è ancora più indietro rispetto a regioni come il Veneto o il Friuli, in cui da tempo si lavora in sistema «pur ormai obsoleto e in fase di mutamento, ma dove ci sono molte più aree urbane strutturate da Verona a Vicenza, da Padova a Treviso. Dobbiamo smettere di ragionare come ambito provinciale -- ha specificato Trento -- e guardare a macro zone, soprattutto servite da infrastrutture e trasporti efficienti che possono essere anche fuori dai nostri confini». Non solo. «Nel nostro territorio si frammentano i progetti con ben otto incubatori di impresa». Concorde nell'analisi di Trento si dimostra il vicepresidente Alessandro Olivi: «Condivido l'analisi di Trento e la Provincia sta andando proprio verso questa direzione, dobbiamo razionalizzare il sistema e prevedere Trentino sviluppo come
cabina di regia di un nuovo modo di incentivare aziende e mercato». Insomma nuovi piani strategici anche in considerazione della spending review e di incentivi che vanno canalizzati solo su aziende che dimostrano di portare avanti un sistema economico efficiente. Il problema resta «il ripiego», come ha detto Giuseppe Berta, docente dell'università Bocconi di Milano e autore del libro «Produzione intelligente». «Il ripiego è pensare a piattaforme locali, non ci sono alternative. Dobbiamo smettere di ragionare su un sistema Italia per un rilancio della politica industriale. A livello nazionale non ci sono le risorse, prendiamone atto, facciamo massa critica e concentriamoci nell'investire nel fare aggregazione di imprese e agenzie territoriale che operano nello sviluppo».

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