La redazione degli atti amministrativi
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La redazione degli atti amministrativi

Alessandra Andreoli Sandro Manica Damiano Florenzano

Quarta di copertina

Le amministrazioni sono al servizio dei cittadini. Un'affermazione che potrebbe essere ovvia e scontata oggi, in realtà è il risultato di profondi e lenti processi di cambiamento che sono iniziati nei primi anni '90 e che sono ancora in corso di evoluzione.

Ora tutti concordano che il cittadino deve essere messo in condizione di capire quali sono i propri diritti e doveri. Troppo spesso le norme, i provvedimenti, le circolari, le lettere sono scritti in un linguaggio oscuro e tecnicistico che, nel rispetto del formalismo giuridico, di fatto ostacolano la comunicazione fra i cittadini e l'amministrazione.

Nella redazione dei provvedimenti amministrativi quindi, bisogna cercare di uscire dal recinto conosciuto e protetto del linguaggio per addetti ai lavori ed esprimere la precisione tecnico giuridica con semplicità e chiarezza.

Ecco perché la redazione dell'atto amministrativo può rientrare a pieno titolo nelle tecniche di comunicazione dell'Ente pubblico.

Parte Prima

La redazione degli atti amministrativi: aspetti teorici

Premessa

1. Introduzione

1.1. Gli atti amministrativi in generale

1.2. I provvedimenti amministrativi ed i meri atti amministrativi. Gli atti paritetici

1.3. In particolare: il provvedimento amministrativo

 

2. Il provvedimento amministrativo: i caratteri del provvedimento

2.1. L'unilateralità

2.2. La nominatività e la tipicità

2.3. L'esecutorietà; la codifi cazione ad opera della L. n.241/90 e s.m. (art. 21-ter)

2.4. Efficacia ed esecutività del provvedimento (art. 21-quater, L. n. 241/90)

 

3. Le tipologie di provvedimento amministrativo

3.1. I provvedimenti favorevoli e i provvedimenti sfavorevoli (cenni)

3.2. I provvedimenti di secondo grado: a) l'annullamento d'ufficio; b) la revoca e l'indennizzo; c) la convalida.. La riforma di cui alla legge 11 febbraio 2005, n. 15

 

4. Gli accordi amministrativi

4.1. Gli accordi preliminari al provvedimento e gli accordi sostitutivi del provvedimento

4.1.1. La disciplina degli accordi. In particolare: la riforma scritta; il rinvio ai principi del Codice Civile “in materia di obbligazioni e contratti in quanto compatibili”

 

5. Il procedimento amministrativo

5.1. La definizione di “procedimento amministrativo” e i principi del procedimento

5.2 Le fasi del procedimento

 

6. L'invalidità del provvedimento amministrativo

6.1 Premessa

6.2 La nullità

6.3 L'annullabilità

6.4 Le c.d.” patologie non invalidanti”

 

Riferimenti Bibliografici

La docenza

 

Parte Seconda

La redazione degli atti amministrativi: aspetti pratici

Premessa

1. I soggetti della redazione degli atti amministrativi

2. La tipologia degli atti amministrativi: le deliberazioni, le determinazioni, i decreti.

3. Le operazioni preliminari all'adozione del provvedimento

4. Deliberazioni, determinazioni e decreti dal punto di vista strutturale e contenutistico

4.1 L'intestazione

4.1.1. Redazione dell'oggetto

4.2 Il testo del provvedimento

4.2.1. Il preambolo

4.2.2. Motivazione

4.2.3. Il dispositivo

4.3 Allegato parte integrante

4.4 Documentazione

4.5 Le firme

4.5.1. Firma dell'Assessore della proposta di deliberazione

5. Le formule relative all'impostazione del preambolo, della premessa, della motivazione e del dispositivo

Conclusioni

Riferimenti bibliografici

La docenza

di Alessandra Andreoli

Le amministrazioni sono al servizio dei cittadini. Un'affermazione che potrebbe essere ovvia e scontata oggi, in realtà è il risultato di profondi e lenti processi di cambiamento che sono iniziati nei primi anni '90 e che sono ancora in corso di evoluzione.

Ora tutti concordano che il cittadino deve essere messo in condizione di capire quali sono i propri diritti e doveri. Troppo spesso le norme, i provvedimenti, le circolari, le lettere sono scritti in un linguaggio oscuro e tecnicistico che, nel rispetto del formalismo giuridico, di fatto ostacolano la comunicazione fra i cittadini e l'amministrazione.

Fin dalle origini della riforma della pubblica amministrazione la semplicità e la chiarezza del linguaggio sono state considerate condizioni indispensabili per ricostruire un nuovo rapporto tra amministrazione e cittadino. Semplificare non è facile e richiede sforzi più forti di quanto ci si poteva immaginare all'inizio.

A partire dal Codice di stile (1993) e dal Manuale di stile (1997) elaborati dal Ministero della Funzione Pubblica negli anni ‘90 si sono fatti passi avanti soprattutto nell'abituare chi scrive pensando al destinatario finale del proprio lavoro.

Nella documentazione diretta al cittadino come modulistica, comunicazioni, bandi ecc. sono stati fatti notevoli miglioramenti, ma gli atti amministrativi sono ancora considerati dall'Amministrazione come strumenti di lavoro ad uso proprio e quindi non raggiungono in pieno l'obiettivo di semplificazione del linguaggio necessario per la piena conoscibilità dei loro contenuti.

In realtà anche gli operatori interni al sistema amministrativo possono trarre vantaggio dalla redazione di testi chiari e coerenti.

Infatti se il provvedimento è stato redatto secondo principi di logicità e chiarezza, sarà più semplice interpretarne le fi nalità, darne applicazione e ridurre il contenzioso.

Nella redazione dei provvedimenti amministrativi quindi, bisogna cercare di uscire dal recinto conosciuto e protetto del linguaggio per addetti ai lavori ed esprimere la precisione tecnico giuridica con semplicità e chiarezza.

Ecco perché la redazione dell'atto amministrativo può rientrare a pieno titolo nelle tecniche di comunicazione dell'Ente pubblico.

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