Mettersi al mondo
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Mettersi al mondo

Educazione al paesaggio per le nuove generazioni

Gianluca Cepollaro Luca Mori

Quarta di copertina

La transizione del concetto di paesaggio da sfondo e decoro a spazio di vita, con il conseguente passaggio dalla centralità del vedere a quella dell'agire e del percepire con tutti i sensi, ci introduce in un campo di straordinario interesse in termini educativi, all'interno del quale connettere temi rilevanti per comprendere il passato, interpretare il presente e progettare il futuro, avendo come principale riferimento la tensione verso una buona vivibilità. Ciò è possibile perché attorno al paesaggio convergono molti temi urgenti della contemporaneità, dalla gestione delle risorse naturali alla qualità degli spazi costruiti, dalla cura del patrimonio culturale al cambiamento climatico.

Questo volume è pensato come una guida e come un repertorio di idee per un'educazione al paesaggio all'altezza delle sfide del nostro tempo. La prima parte presenta un quadro teorico e un'ipotesi concettuale di riferimento, che insiste sulla centralità dell'esperienza nei processi di apprendimento e sull'opportunità di superare gli approcci tradizionali al tema, muovendo verso metodi e modelli di lavoro basati sull'esperienza, interdisciplinari, intergenerazionali e interculturali. La seconda parte presenta poi molte attività didattiche, progettate in particolare per le scuole primarie e secondarie di primo grado, utilizzabili sia in classe sia in contesti extrascolastici per riflettere sulle complesse relazioni tra esseri umani e paesaggio.

Edizioni ETS

Prefazione

INTRODUZIONE

 

I - IL PAESAGGIO E LE DIDATTICHE DELL'ESPERIENZA

1. La sfida della vivibilità

2. Il paesaggio è come la lingua madre

3. Paesaggi originari

4. L'esperienza del paesaggio

5. Didattiche dell'esperienza

6. Il paesaggio di tutti: approccio intergenerazionale

7. In-between: il paesaggio come mediatore interculturale

8. Per una interdisciplinarietà critica

9. Il paesaggio da vivere

  

II - IDEE PER L'EDUCAZIONE AL PAESAGGIO

Invito alla sperimentazione

1. Interpretare paesaggi

Attività 1. Preferenze individuali e di gruppo

Attività 2. Paesaggi in cornice

Attività 3. Le forme del paesaggio

Attività 4. Alla ricerca dei segni della storia

Attività 5. Paesaggi allo schermo

Connessioni

2. Immaginare paesaggi

Attività 6. Paesaggi utopici

Attività 7. Paesaggi ipotetici

Attività 8. Paesaggi futuri

Attività 9. Paesaggi artistici e letterari

Attività 10. Paesaggi fiabeschi

Connessioni

3. Trasformare paesaggi

Attività 11. Modellare un paesaggio

Attività 12. Interpretare i cambiamenti

Attività 13. Scrivere paesaggi

Attività 14. Partecipare per trasformare

Attività 15. L'arcipelago delle possibilità

Connessioni

4. Attraversare paesaggi

Attività 16. Camminare

Attività 17. Oltre il panorama

Attività 18. Impressioni fotografiche

Attività 19. Paesaggi tra culture

Attività 20. Raccolte di segni e simboli

Connessioni

5. Sentire paesaggi

Attività 21. Nuvole di parole

Attività 22. Mappe sinestetiche

Attività 23. Cartografie affettive

Attività 24. Architetture della natura

Attività 25. Sentimenti in parole

Connessioni

  

Bibliografia

Gianluca Cepollaro e Luca Mori

 

I paesaggi in cui viviamo, giorno dopo giorno, ci mettono al mondo. Essi agiscono su di noi e dentro di noi, dando forma e sostanza ai nostri movimenti, alle nostre percezioni e alle nostre rappresentazioni, definendo le nostre azioni abituali e quelle di cui possiamo diventare capaci.

Al tempo stesso, con le nostre scelte, noi esseri umani mettiamo al mondo i paesaggi in cui viviamo, mantenendo, migliorando o peggiorando, quello che c'è, e immaginando quello che ancora non c'è ma che potrebbe esserci in futuro.

Nonostante questa sua centralità nelle nostre vite, il compito di inventare un'educazione al paesaggio sembra agli inizi e la parola stessa, “paesaggio”, è tutto sommato ancora una parola nuova, da gettare come un seme fresco nel campo di intersezione tra le diverse discipline tradizionalmente affrontate a scuola. È una parola nuova non perché non sia utilizzata, ma perché sono molte le dimensioni e le sfumature di significato che perlopiù restano inesplorate.

Ci accorgiamo di essere ancora ai primi passi in questa sfida educativa perché, oggi più che mai, necessitiamo di idee e di esperienze che ci abilitino a riconoscere le nostre molteplici connessioni con i paesaggi e a comprendere le variabili cruciali che incidono sulla buona vivibilità, attuale e futura. Anzi, è forse proprio per la sua centralità che il paesaggio sembra sfuggire ai tentativi di comprenderlo e che spesso agiamo in modo ambiguo e contraddittorio. Nel paesaggio convergono, infatti, i progetti e gli interessi più vari: in esso si manifestano gli esiti delle visioni politiche e degli interessi economici, gli effetti delle abitudini consolidate e delle mode passeggere, le tracce più o meno profonde delle scelte fatte e di quelle non fatte, gli esiti intenzionali e quelli non intenzionali dei comportamenti individuali e collettivi. Ne consegue la difficoltà ad inquadrare l'argomento, perché il paesaggio viene considerato abitualmente attraverso “lenti” anche molto differenti, secondo prospettive parziali.

A questa difficoltà si aggiunge un'ulteriore complicazione, dovuta al fatto che le rappresentazioni prevalenti del paesaggio, sedimentate nel senso comune, lo hanno interpretato come un panorama o una collezione di panorami, come lo sfondo dell'agire umano, una scenografia ritagliabile dalla scena su cui agiamo quotidianamente, come qualcosa da guardare e da contemplare a distanza e, quindi, come qualcosa di esterno al corpo e alla mente, come un contenitore rispetto al contenuto. In questo modo, abbiamo trascurato che il paesaggio è ciò che modella le nostre vite e soprattutto abbiamo trascurato il fatto che i segni e le forme, così come lo splendore e lo squallore dei paesaggi parlano in primo luogo di noi, attraverso di noi e dentro di noi, esprimendo i vincoli e le possibilità delle nostre azioni.

La transizione del concetto di paesaggio da sfondo e decoro a “spazio di vita”, la sua estensione “dall'essere visto all'essere vissuto”, lo rende un campo di straordinario interesse in termini educativi all'interno del quale è possibile connettere temi rilevanti per comprendere il passato, vivere il presente e progettare il futuro, per rilegare la partecipazione con la responsabilità delle scelte, la cittadinanza con la democrazia avendo come principale riferimento la tensione verso una buona vivibilità. Il paesaggio, quindi, si manifesta innanzitutto come “occasione” educativa per la sua capacità di fungere da catalizzatore di molti temi urgenti della contemporaneità, dalla gestione delle risorse naturali alla qualità degli spazi costruiti, dalla cura del patrimonio culturale al cambiamento climatico.

Proponiamo questo libro principalmente come uno strumento di ricerca e di lavoro per chi intende cogliere nell'educazione al paesaggio un'occasione per affrontare tali urgenze. Riteniamo sia necessario lavorare sul modo in cui concepiamo e percepiamo il paesaggio per imparare a riconoscerne la profonda connessione con il nostro agire.

Nella prima parte volume proponiamo un'ipotesi concettuale a cui fare riferimento nell'educazione al paesaggio, riconoscendo la centralità dell'esperienza nei processi di apprendimento e favorendo il superamento di approcci tradizionali per orientarsi verso metodi e modelli interdisciplinari, intergenerazionali e interculturali. L'educazione al paesaggio può favorire, infatti, le relazioni tra persone di età differente, portatori di esperienze, conoscenze e sensibilità diverse ma unite dall'interesse comune di abitare insieme spazi di vita soddisfacenti. Il concetto di paesaggio, inoltre, esprime forti potenzialità in termini di mediazione interculturale, ossia quale spazio pubblico per il confronto tra persone di culture diverse che condividono i luoghi della propria vita. I temi che possono essere connessi al paesaggio, infine, sono estesi, traversali e complessi e per questo sollecitano per essere affrontati l'adozione di una prospettiva interdisciplinare capace di superare i confini degli specialismi.

Le attività didattiche, proposte nella seconda parte, sono progettate per accompagnare i docenti e gli alunni, in particolare delle scuole primarie e secondarie di primo grado, a riflettere sulle complesse relazioni tra esseri umani e paesaggio e, ancor prima, ad accorgersi dell'esistenza di tali relazioni, attraverso l'esperienza. Le attività sono organizzate attorno a cinque verbi che testimoniano altrettante azioni ("interpretare”, “immaginare”, “trasformare”, “attraversare” e “sentire”) da parte di soggetti che vivono il mondo e che, mentre lo vivono, lo trasformano cercando un posto per se stessi. La attività invitano alla costruzione di setting educativi, intesi come spazi aperti, di gioco, di avventura e di scoperta.

L'invito è a rintracciare in questo libro degli spunti utili per innescare un circolo virtuoso dell'apprendimento così riassumibile: si diventa capaci di pensare e di comprendere soltanto ciò di cui facciamo esperienza ma, al tempo stesso, ciò che si può pensare e comprendere delle proprie esperienze dipende dai concetti e dalle metafore di cui si dispone. Il paesaggio può essere una straordinaria occasione educativa.

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