News/Approfondimenti > 17 luglio 2008

La mente offre il presente. Morelli ne parla a Cividale. L’incontro. Il direttore del Master della tsm ospite oggi al festival

Prendersi tempo e prendersi per tempo a parlare del futuro. Fermarsi un attimo con il coraggio, a tu per tu, di guardare in faccia le domande che pesano e che ci aspettano un metro appena oltre la siepe del presente. Dove stiamo andando? “Dove va il lavoro – si domanda Ugo Morelli e dove vanno i diritti? Dove sta andando la democrazia? E le ideologie? E dove va, soprattutto, la nostra mente?”. Per Morelli, docente di scienze della mente e della cognizione all’università di Trento e direttore del Master of art and culture management, uno tra i problemi che ci affliggono in questa società superveloce è quello del presente e del futuro. Cioè, dice Morelli, noi “viviamo in un eterno presente”. Non solo abbiamo “una scarsa attenzione per il passato – continua – ma ci fa difetto anche la capacità di riflettere sul futuro”. E, fra tutti i futuri, a Morelli sta a cuore il futuro della nostra mente. Per questo, al Mittelfest di Cividale in provincia di Udine, il direttore del Master of art and culture management è invitato oggi pomeriggio per un incontro con il pubblico sul tema del Futuro della mente.

Tra i maggiori festival di prosa, musica, danza, arti e poesia d’Italia per la direzione artistica di Moni Ovadia, il Mittelfest di Cividale promuove anche quest’anno, per la l7esima edizione, una rassegna di conversazioni a cornice degli eventi. Con Morelli vi partecipa fra gli altri anche Claudio Magris. Il tema del festival per il 2008 è dedicato a Costruire il tempo e, a partire dalle “grandi domande” con cui il futuro ci si presenta, lo studioso dell’università di Trento riflette su “come abbiamo fatto ad arrivare fin dove siamo arrivati e quale è il futuro della mente”.
Su questa strada, con Morelli, alcune tappe possono già essere individuate. “Occorre anzitutto superare quel dualismo che abbiamo maturato e che ci mostra la separazione di mente e corpo, come se la mente consistesse in qualche cosa di più del nostro corpo. Oggi abbiamo le condizioni per riportare la mente nel cervello, sottolineando che essa è parte della nostra struttura fisica”. In secondo luogo, diventa sempre più indispensabile nella società contemporanea prendere atto della necessità di concepire la mente umana come “mente estesa”.

Per Morelli, ciò significa che la mente di ogni singolo individuo deve essere messa in relazione con la mente degli altri individui e che, oggi, la “nostra mente non può che essere concepita all’interno di processi di ibridazione tra menti e culture differenti”. Di questo passo, Morelli ricorda che la nostra mente ha la prerogativa di sapersi modellare. Si tratta, in pratica, di un contenitore dai contenuti plastici. E questo fa sì che essa, nel confronto con le culture differenti, possa cambiare. Consapevoli di ciò, l’ultima tappa nel futuro della nostra mente è la “responsabilità straordinaria che in questo senso viene attribuita all’educazione”. Infatti, conclude Morelli, se “le nostre menti non sono fisse ma sono ciò che noi diventiamo attraverso i processi relazionali, allora quanto noi siamo in grado di fare a livello educativo diventa decisivo”.

knock off watches