News/Approfondimenti > Territorio, paesaggio e cultura 09 maggio 2024

Comunicare la disabilità mettendo al centro la persona

Il 20% della popolazione globale si confronta con la disabilità. In Italia sono quasi 13 milioni di persone. Una famiglia su dieci ha, al proprio interno, un componente con disabilità, che sia un anziano non autosufficiente, un bambino, un ragazzo o un adulto bisognoso di assistenza e attenzioni quotidiane. Si tratta quindi di un aspetto vasto, che attraversa tutti i settori della società e dove la comunicazione svolge un ruolo determinante nell'aiutare o nell'ostacolare la vita delle persone con disabilità.

Per queste ragioni, il Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti ha elaborato recentemente un'apposita Guida che ha come obiettivo quello di mettere in campo una comunicazione rispettosa dei diritti e della dignità delle persone con disabilità.

Il documento è stato presentato a Trento dal giornalista e scrittore Lorenzo Sani, che ha redatto il testo assieme ad Antonio Giuseppe Malafarina e Claudio Arrigoni.

Sani è intervenuto alla terza edizione del seminario “La montagna inclusiva” dal titolo “Nuovi linguaggi e pratiche dell'inclusione. Comprendere e comunicare lo straordinario”, promosso da TSM-Accademia della Montagna nell'ambito delle attività di studio e di ricerca sul tema dell'accessibilità, con particolare riferimento alle competenze di coloro che operano in ambiente montano.

“Il linguaggio – ha spiegato Sani – è importante per rimuovere stereotipi e pregiudizi. La cosa fondamentale è mettere al centro la persona, che deve essere considerata in quanto tale e non per le sue caratteristiche. La disabilità – ha detto ancora – è una caratteristica della persona non è ‘la persona'. L'obiettivo di un linguaggio rispettoso è quello di cancellare il prefisso “dis” e guardare alle abilità delle persone, ovvero quello che le persone sanno e possono fare. In questi ultimi anni l'evoluzione del linguaggio ha contribuito a sradicare credenze, luoghi comuni, stereotipi, abitudini lessicali motivate dal “così si è sempre detto” che non rappresentano lo stato delle cose e soprattutto non rispettano la dignità della persona.

Tutti noi – ha aggiunto Lorenzo Sani – abbiamo caratteristiche che ci possono distinguere dagli altri. Ogni essere umano è unico e portatore degli stessi diritti, secondo il principio di uguaglianza. Per questo, termini come “diversamente abili”, coniati magari anche con buone intenzioni, non vanno bene perché tutti siamo, in fondo, diversamente abili”.  

Qui è possibile scaricare la Guida: 

 

 

knock off watches