News/Approfondimenti > 27 giugno 2023

L'arte può aiutarci a vivere meglio?

Luce, ombra, forza, dolcezza, infinito, oltre, sogno, fede e incanto. Sono alcune delle parole che hanno accompagnato l'attività formativa organizzata a metà giugno dall'Unità benessere della persona, sviluppo organizzativo e ambito sociale di Tsm. presso il Mart, il Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto.

L'esperienza, a cui hanno partecipato una trentina di dipendenti della Società, nell'ambito di Tsm Learning Accademy, è iniziata con la visita della mostra “Klimt e l'arte italiana” per poi proseguire con un momento laboratoriale focalizzato sul tema del rapporto tra arte e benessere. Per capire il senso dell'attività, dal titolo “Aprirsi a sé, per aprirsi al mondo”, ecco, in sintesi, alcuni concetti emersi durante il percorso.

È innegabile che il processo di secolarizzazione abbia cambiato profondamente i nostri “credo” e il modo di stare nel mondo. Ai miti dell'antichità si sono sostituiti i nuovi miti del progresso senza limiti, della crescita costante e della scienza. È cambiato profondamente anche il rapporto con il lavoro che deve essere parte della nostra felicità e del nostro riconoscimento sociale e sono cambiati i luoghi della vita quotidiana. Tutto è avvenuto e sta avvenendo velocemente con ritmi in costante accelerazione.

In merito a questo, interessante è il contributo di A. De Botton (scrittore e filosofo svizzero) nel suo recentissimo libro “Come sopravvivere alla modernità” dove sono elencate sette aree d'ombra che sovrastano la nostra condizione di figli e figlie della modernità:

  • Fallimento e, soprattutto, l'incapacità di sostenerlo e trasformarlo di cui è testimonianza, ad esempio, l'aumento della violenza e delle aggressioni fisiche e verbali.
  • Nostalgia, vista come un ripiegamento, illusorio, verso un passato idealizzato come più umano con conseguente ricerca di luoghi di fuga.
  • Invidia, connessa alle disuguaglianze sempre più evidenti in uno stesso luogo fra chi ha e può e chi non ha e non può.
  • Solitudine, come difficoltà nel trovare nuove relazioni e sentimenti di comunità e solidarietà.
  • Rifugio, le nostre case, il nostro privato intimo, diventano tane in cui ci ritroviamo talvolta soli, spesso confrontati con un senso di vuoto.
  • Sentimentalismo, ovvero la facciata “falsa” dei sentimenti, come se la malinconia, la sofferenza o il dolore debbano essere espulsi dal nostro quotidiano.

Si tratta quindi di un insieme di fattori importanti, che pervadono la quotidianità e ai quali bisogna porre attenzione: forse la bellezza non salverà il mondo, ma l'arte, in tutte le sue forme, può essere considerata uno dei cammini dell'uomo per dare voce poetica, immagine, suono, corpo all'invisibile e all'indicibile, al mistero di ciò che è sempre al di là delle cose “senza valore” che ingombrano spesso la nostra quotidianità.

Non deve essere intesa quindi per riempire dei vuoti ma, anzi, per crearli nel silenzio del dialogo che si genera fra l'artista, i suoi strumenti e i fruitori. Ogni opera, quando è arte, ci parla e noi la riscriviamo, traduciamo e interpretiamo in ascolto le risonanze che essa genera in noi.

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