Povertà , assegno unico e «Rei» Trento integrerà la misura nazionale
Corriere del Trentino
Parte la sfida ad armonizzare gli strumenti. Condmonalità, dubbi degli assistenti sociali
Trento Si torna a parlare del nuovo assegno unico provinciale e lo si fa in relazione alla situazione nazionale. Il nuovo strumento di lotta alla povertà ideato dalla giunta provinciale sarà attivo a partire dal 1 gennaio 2018 e andrà a integrarsi a livello nazionale con il Rei (Reddito di inclusione sociale) firmato dal governo lo scorso 29 agosto e perfezionato il 30 ottobre. L'assegno unico provinciale prevede un piano di razionalizzazione con l'unificazione delle risorse dedicate al reddito di garanzia, all'assegno regionale al nucleo familiare, all'abbattimento delle tariffe per asili e tagesmutter e all'assegno integrativo invalidi. Sono previsti dei vincoli di condizionalità, il cui mancato rispetto comporta decurtazioni 0 l'interruzione dell'erogazione. «Il periodo per fare domanda si è aperto il 10 ottobre e sono già 20.000 i nuclei che ne hanno fatto richiesta, su un totale stimato di 40.000» spiega Roberto Pallanch del Servizio politiche sociali della Provineia di Trento. « La scommessa adesso è riuscire ad intercettare le condizioni di grave emarginazione e quelle a rischio vulnerabilità.» Le analogie tra il progetto trentino e quello nazionale sono molte. Il Rei andrà a sostituire il Sostegno all'inclusione attiva e l'assegno di disoccupazione, diventando così lo strumento unico nazionale di contrasto alla povertà e all'esclusione sociale. Partirà dal t° gennaio 2018, e sarà composto di due parti. Un assegno mensile, che avrà un importo variabile secondo le dimensioni del nucleo familiare e altre variabili, e un progetto personalizzato di re inserimento sociale e lavorativo. Anche nello sviluppo di questo nuovo piano nazionale il Trentino ha giocato un ruolo di primo piano. Il Rei è infatti il frutto di un intenso dibattito portato avanti da Alleanza contro la povertà, una rete di associazioni e sindacati nata nel 2013 che ha lo scopo di contribuire alla definizione di adeguate politiche pubbliche contro la povertà assoluta in Italia, di cui è coordinatore scientifico Cristiano Cori, docente di politiche sociali presso l'università di Trento. La sfida più attuale ora è la concreta armonizzazione tra i due sistemi che, come ricorda la dirigente del Servizio politiche sociali della Provincia di Trento Ileana Olivo, fanno riferimento a indici di valutazione diversi (icef per il Trentino, isee per l'Italia). L'obiettivo è che quanto percepito come reddito di garanzia (dal 1 gennaio assorbito nell'assegno unico) dalle famiglie trentine non concorra a determinare la soglia di altri interventi pubblici che escludono dall'accesso al Rei. Viceversa, si punta a fare in modo che quanto erogato a livello nazionale sia integrato a livello provinciale dall'assegno unico, con conseguente risparmio degli attuali impegni di spesa, che potranno essere investite a sostegno di altri nuclei. I punti più critici in entrambi i piani al momento sembrano riguardare due temi in particolare: da una parte la scelta di subordinare il contributo alla condizionalità e dall'altra il carico di responsabilità che andrà a gravare sugli assistenti sociali responsabili di sancire eventuali decurtazioni.