News/Approfondimenti > 28 dicembre 2023

Leggere il territorio per una pianificazione turistica su misura

di Maddalena Pellizzari

Il turismo è un fenomeno complesso, territoriale, intersettoriale che produce valore favorendo e alimentando le interconnessioni fra filiere e ambiti diversi e che è stato caratterizzato, negli ultimi anni, da profondi cambiamenti. La transizione digitale, l'evoluzione della domanda dei visitatori, la crescente richiesta di esperienze emozionanti e legate all'identità dei luoghi, la curiosità di scoprire mete lontane dai grandi centri attrattori e un'attenzione sempre più marcata alla sostenibilità di luoghi e persone hanno portato ad un “turismo dei significati” (Letture Lente, AgCULT, 2019) interessato ad attività e proposte tailor-made, rispettoso dell'ambiente, attento alle comunità ospitanti. Da qui la necessità di assumere un approccio olistico, capace di affrontare le dinamiche di crescita territoriale con uno sguardo aperto per integrare nei processi di pianificazione e programmazione turistica aspetti economici, sociali, culturali e ambientali inserendo i diversi elementi del contesto entro cui si opera in nuove prospettive di sviluppo.

Questo è il metodo che l'Unità Economia del Turismo e Marketing Territoriale di Tsm-Trentino School of Management adotta nei propri percorsi formativi, di ricerca intervento e nei progetti di affiancamento allo sviluppo integrato dei territori cercando, per quanto possibile, di considerare le diverse componenti che definiscono i luoghi e di rispondere ad alcune sollecitazioni:

  • quali sono i modelli di fruizione delle aree montane e di sviluppo esistenti, desiderabili e quali, invece, non preferibili? Come questi modelli possono guidare la riflessione sulle pratiche già attuate e la progettazione di nuove esperienze supportando le ambizioni dei territori, le richieste delle comunità e le aspettative degli ospiti?
  • a quali esiti può portare un approccio progettuale che si interroga sull'equilibrio fra uomo e montagna, tra infrastrutture e wilderness, tra valorizzazione e tutela per definire forme di fruizione sostenibili e durevoli del territorio?
  • come la pianificazione turistica può concorre a rispondere a tematiche urgenti e complesse legate alla qualità della vita e all'attrattività di un territorio?
  • quali principi, modelli e soluzioni possono essere adottati per la pianificazione turistica?
  • come arrivare agli stakeholder e renderli parte attiva nel processo di costruzione delle proposte progettuali?

La progettazione turistica e territoriale passa da un paziente lavoro di costruzione di relazioni, strategie e azioni disegnate su misura per ogni territorio e comunità. Le linee di intervento pubblico – a partire da finanziamenti locali o provinciali per arrivare a fondi più strutturati come la SNAI, la Strategia per le Aree Interne o il PNRR – possono creare condizioni favorevoli, facilitare momenti di riflessione, strutturare nuovi processi e servizi, costruire cornici di senso entro cui collocare le nuove progettualità. Possono diventare l'occasione per far incontrare saperi e aspettative locali con sguardi esterni favorendo dinamiche e scambi produttivi.

Perché questo accada, tuttavia, è necessario definire obiettivi concreti e raggiungibili, usare metodi rigorosi per migliorare l'approccio alla programmazione. Lo abbiamo visto per esempio, anche in occasione del “Palù Outdoor Lab”, un laboratorio di progettazione partecipata e co-generazione di idee attivato nell'ambito della linea di intervento sul design di prodotto inserita nel più ampio progetto “Palù del Fersina - La forza della minoranza: rinascita di un borgo di matrice germanica a sud delle Alpi” finanziato dal PNRR. L'obiettivo del percorso era quello di costruire un concept di esperienza turistica legato alle caratteristiche identitarie, linguistiche e naturalistiche di Palù del Fersina, e per estensione della Valle dei Mocheni, esplorando le opportunità e le sfide legate alla pianificazione sostenibile delle attività e delle esperienze outdoor in un territorio a bassa infrastrutturazione. Un esempio concreto, quindi, di come i fondi PNRR possono diventare acceleratori di sviluppo, ma in una dimensione di equilibrio, conciliando i temi della pianificazione e dello sviluppo sostenibile nelle aree montane sensibili, del rapporto tra outdoor, turismo e salute del territorio.

Quanto emerso dal laboratorio supporta le nostre riflessioni integrandosi, ancora una volta, con ragionamenti più generali:

  • il turismo può sostenere lo sviluppo dei territori; tuttavia, l'unico modo per evitare squilibri è pianificare in maniera coerente, agevolando la fruizione anche attraverso infrastrutture leggere e intelligenti che possono diventare filtri per la conservazione delle zone più fragili;
  • pianificare lo sviluppo turistico è essenziale per massimizzare i risultati degli interventi; questo vale anche per aree a bassa infrastrutturazione o dalla minore attrattività, per mitigare l'incidenza di eventi estremi e la fruizione incontrollata del territorio;
  • pianificare consente di contenere l'impatto e favorisce la mitigazione dei conflitti con l'ambiente antropico e naturale;
  • pianificare lo sviluppo di un prodotto turistico mitiga i rischi per i fruitori e i rischi di responsabilità per gli enti promotori;
  • nella pianificazione è importante tenere in considerazione i fruitori meno esperti, prima ancora di quelli più evoluti; l'assidua e a volte poco consapevole frequentazione della montagna derivante da fattori di mercato (il crescente interesse per le attività outdoor) ed esterni (primo su tutti la pandemia), pone una serie di sfide legate all'educazione, alla cultura della montagna, alla sicurezza e alla preparazione che vanno prese in carico e gestite;
  • le community sul territorio sono importanti quanto (e più) le infrastrutture;
  • è necessario gestire in maniera equilibrata i flussi dei visitatori nella consapevolezza di voler far convivere in maniera equilibrata luoghi, comunità ospitante e turisti;
  • è necessario mappare i progetti già in essere, contaminarsi con le esperienze attuate e in divenire anche nell'ottica di favorire un maggior coordinamento territoriale.

Un'attenzione particolare, infine, deve essere data al processo di definizione e condivisione degli obiettivi di sviluppo e al coinvolgimento degli stakeholder territoriali (Clementi, Dematteis, Palermo, 1996), facendo leva sulla capacità di ascolto, comprensione, analisi e progettazione che dovrebbe far parte del bagaglio culturale e professionale di chi si occupa di sviluppo locale dato che:

  • la partecipazione favorisce la condivisione di buone pratiche, facilita lo scambio delle conoscenze tacite e di quelle esplicite, innesca l'apprendimento e lo sviluppo di capacità progettuali riducendo le asimmetrie informative fra gli attori locali;
  • il coinvolgimento stimola le persone a diventare agenti di cambiamento e a sostenere i percorsi di pianificazione e sviluppo, anche oltre la durata di un finanziamento pubblico.

 

Riferimenti

Clementi, G. Dematteis, P.C. Palermo (a cura di), Le forme del territorio italiano, voll. I e II, Roma-Bari, Laterza, 1996.

AA.VV., [Turismo 4.0] Esperienza e digitale, nuove frontiere per il turismo?, Letture Lente di AgCULT, 2 dicembre 2019.

https://www.agenziacult.it/aperto/turismo-esperienza-e-digitale-nuove-frontiere-per-il-turismo/

Si vedano

Marangon, M. Gon, M. Massaro, A. Moretti (a cura di), Processi partecipativi nella progettazione turistica, Udine-Forum, 2018.

Ufficio Stampa Provincia autonoma di Trento, PNRR e riqualificazione dei borghi: il Trentino si propone con Palù del Fersina e la val dei Mòcheni, 14 Febbraio 2022, https://www.ufficiostampa.provincia.tn.it/Comunicati/PNRR-e-riqualificazione-dei-borghi-il-Trentino-si-propone-con-Palu-del-Fersina-e-la-val-dei-Mocheni

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