News/Approfondimenti > 06 novembre 2011

Paesaggio ferito. Conto altissimo

di Enrico Ferrari

Paesaggio. Se ne parla tanto, in questi ultimi tempi, da far pensare a una sorta di moda. La parola ha anche ampliato il suo significato, già complesso e per molti spesso vago, per assumere il sapore della nostalgia, richiamando altri tempi, altre civiltà, altre culture, altre speranze, altre etiche.

Questa nuova vena di nostalgia comincia forse ad intaccare I'atteggiamento, dominante fino a qualche anno fa, di diffidenza, se non di aperta ostilità, per il paesaggio, la cui salvaguardia era vista come elemento di freno rispetto a una crescita economica che pareva (dovesse essere) inarrestabile. In questi tempi incerti, dominati da fragilissime realtà virtuali o caratterizzati da fenomeni di concretezza estrema come le alluvioni, il paesaggio, nella sua interezza, sta invece tornando al giusto posto, al centro dell’esistenza. Lo dimostra la nascita, il 29 ottobre 2011, del Fórum <Salviamo il Paesaggio -Difendiamo i Territori> (www.salviamoilpaesaggio.it) tenutosi a Cassinetta di Lugagnano (Milano), primo Comune che ha scelto la crescita zero.

L'urgenza per la difesa del paesaggio non nasce dunque dalla pur meritoria attività delle associazioni storiche impegnate su questi temi ma dalla coscienza di fasce sempre più estese di cittadini. Il referendum sull'acqua, elemento di vita ma e del paesaggio, mostra una diffusa e crescente preoccupazione per altri elementi primari: suolo, vegetazione, aria. Tutti questi sono in pericolo, mettendo anche noi in pericolo, come dimostrano frane e alluvioni.

Perché il paesaggio non è altro da noi: lui vive in noi ma noi in lui. Paesaggio rinvia al territorio, cioè alla terra e quindi alla madre Terra, la cosa più concreta che esista. Il paesaggio richiama anche l'ambiente, cioè il luogo di vita di bestie, di piante e di persone. Il paesaggio è stato certo anche fonte di ispirazione per le menti più illustri, poeti, pittori, scrittori, musicisti, filosofi. Basti, come esempio, una sola sublime poesia-preghiera, scritta nel 1226 da San Francesco d'Assisi, il Cantico delle creature: “...Laudato sie, mi'Signore cum tucte le Tue creature, spetialmente messor lo frate Sole, ...Laudato si', mi Signore, per sora Luna e le stelle... Laudato si', mi Signore, per sor'Acqua la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta... Laudato si', mi Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti fior et herba”. Con un salto temporale di quasi 1000 anni si scopre che un altro testo (sacro come la Costituzione della Repubblica, parla di difesa del paesaggio: art. 9 “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.

Ricordiamo poi che ben 40 anni fa, nel 1971, in Trentino, allora vero laboratorio di progettazione rispetto all'Italia intera, nacque la prima legge di tutela del paesaggio grazie a Bruno Kessler. Non ci dovrebbe quindi sorprendere l'attenzione oggi crescente sul paesaggio e sui pericoli che lo minacciano. E però sorprendente quanta ostilità, nelle parole e nei fatti, sia stata dimostrata per decenni contro il paesaggio. Così il paesaggio italiano, il più vario e bello del mondo, è stato umiliato e compromesso in molti suoi luoghi. Compromesso da incuria, ignoranza, avidità. Tanto compromesso che abbiamo ora la sensazione e il timore non solo di smarrire la nostra identità, la nostra storia e la nostra cultura ma, molto più concretamente, anche di essere in pericoìo e di non avere più suolo da coltivare, per mangiare.

Le conferenze sul paesaggio, come quella recente di Salvatore Settis, i convegni che in Trentino la STEP-Scuola per il governo del territorio e del paesaggio, sta organizzando, le mostre sul paesaggio, i progetti che diverse scuole hanno inserito nei loro programmi, l'Osservatorio per il paesaggio, dimostrano che, ancora una volta, la Provincia di Trento su questi temi è attenta e attiva. E un riconoscimento come quello dell'Unesco, nei confronti delle Dolomiti, testimonia l'eccellenza del nostro territorio.

Se acuta è dunque l'attenzione sul paesaggio aperto e sul paesaggio costruito dei nostri 1500 nuclei storici, occorre però che anche la pianificazione territoriale proceda su nuove strade. Non si può parlare di difesa del paesaggio ma prevedere nello stesso tempo espansioni continue e riduzione della campagna. Il comune di Cassinetta di Lugagnano ha mostrato come sia possibile non consumare terra assicurando lavoro per I'edilizia.

Ci sono tanti centri da risanare, edilizia recente da riqualificare e da sostituire. Ci sono spazi aperti, piazze,viali, parchi da rendere più vivibili, con percorsi pedonali e ciclabili, limitando le auto, piantando alberi. Sono obiettivi che per tanti anni, inutilmente, abbiamo predicato invano. Ma ora la situazione economica disastrosa rende questi obiettivi più avvertiti e, si spera, desiderati o voluti.




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