News/Approfondimenti > 22 luglio 2011

''Fondo per il paesaggio'', presentati i progetti vincitori

La riqualificazione delle aree artigianali, il ripristino panoramico-paesaggistico dei passi dolomitici, nuove tecniche produttive per la aree agricole di versante, tecniche costruttive e compatibilità ambientale dei manufatti rurali, il recupero delle cave esaurite, il riordino e la riqualificazione del nesso urbano Riva del Garda-Arco, la progettazione della ''nuova'' Zambana Vecchia, la riorganizzazione e il miglioramento dell'area in prossimità del lago di Toblino: sono questi i temi, a suo tempo individuati dalla Giunta provinciale nell'ambito del ''Fondo per il paesaggio'' sui quali, rispondendo al bando indetto dalla Provincia autonoma di Trento per la presentazione di studi relativi alla riqualificazione degli insediamenti storici e del paesaggio, 52 diversi gruppi di progettazione hanno elaborato altrettante idee progettuali per costruire e/o ricostruire il paesaggio trentino, recuperando i caratteri identitari e i legami culturali propri di ogni territorio. Oggi, nella Sala Wolf del palazzo della Provincia, l'assessore all'urbanistica Mauro Gilmozzi ha presentato in anteprima gli studi vincitori del bando, consegnando ad 8 gruppi di progettazione selezionati da una commissione le lettere ufficiali d'incarico per la redazione della manualistica relativa a ciascuno degli otto temi del bando, annunciando che tutti gli oltre cinquanta studi presentati costituiranno oggetto di una prossima mostra.

I centri storici, lo spazio agricolo, la montagna, i corsi d'acqua: sono gli elementi identitari del paesaggio trentino, che rendono riconoscibile il suo territorio valorizzandone la diversità paesistica, la qualità ambientale e le specificità culturali. Ma sono elementi in costante mutazione ed i cui processi di trasformazione vanno governati, dentro le nuove opportunità di sviluppo dei territori e delle comunità, per contrastare, con azioni positive e non solo vincoli, i rischi e i processi di degrado. Questo, del resto, è il principale obiettivo che s'è posto il nuovo Piano urbanistico provinciale.

Ma come è cambiato negli ultimi cento anni il paesaggio trentino? La fotografia dei processi evolutivi, nei quali entrano anche trasformazioni oggi ritenute incompatibili con il mantenimento degli elementi identitari sopra richiamati, l'ha fatta la Facoltà di Ingegneria e Architettura dell'Università degli Studi di Trento, portando a compimento uno studio analitico direttamente affidatole dal Servizio Urbanistica e tutela del paesaggio della Provincia. Uno studio - ha spiegato il coordinatore del lavoro, professor Scaglione - che fa da cornice generale ai singoli progetti tematici.

Alla presentazione di oggi, riservata ai progettisti selezionati dal bando, ai presidenti delle Comunità di valle ed ai sindaci territorialmente interessati, nonchè ai consiglieri provinciali, erano tra l'altro presenti anche i componenti della Commissione urbanistica, dell'Osservatorio del paesaggio e della Scuola di governo del territorio e del paesaggio (Step).

''Abbiamo bisogno di cambiare il paesaggio per cambiare noi stessi'', ha affermato Gilmozzi, spiegando le motivazioni alla base dell'iniziativa, ''per costruire una nuova cultura condivisa e più strutturata del paesaggio. Volevamo attingere alle idee ed alla creatività di progettisti esterni, lanciando alcuni temi con l'intento di giocarci la qualità del territorio anche su queste scelte. Si tratta di un percorso che abbiamo appena iniziato e che sarà lungo, ma sul quale credo che si potrà costruire una nuova visione urbanistica e comunitaria che possa guidarci per i prossimi decenni''.

Questi, in sintesi, i temi sui quali sono stati elaborati gli studi ed i nominativi dei coordinatori dei gruppi di progettisti vincitori del bando.

1. Arredo e riqualificazione delle aree artigianali
Arch. Marco Malossini

Il progetto si propone di favorire una riqualificazione complessiva delle aree artigianali attraverso una nuova progettazione delle stesse in modo da renderle più armonicamente inserite nel paesaggio che le circonda, se necessario riducendone la visibilità e l'impatto, riqualificandole sotto il profilo energetico (con generalizzato ricorso a pannelli solari e fotovoltaici sulle coperture) ed architettonico.

2. Organizzazione e ripristino panoramico – paesaggistico dei passi dolomitici
Arch. Franco Ghetta

L’importanza delle Dolomiti è nota ed accresciuta dalla recente decisione del Comitato UNESCO di iscrizione al Patrimonio mondiale dell’umanità. Si rende opportuno orientare interventi di valorizzazione e recupero che consentano anche di risanare o di qualificare opere del passato.

A tal fine il progetto prevede una serie di interventi di riqualificazione viabilistica (rimozione di elementi fuori scala, sostituzione di barriere di sicurezza non uniformi, cartellonistica sobria, ordinata e omogenea), individuazione dei migliori punti panoramici, riqualificazione delle architetture esistenti, riduzione della visibilità dei parcheggi .

3. Indicazioni metodologiche per le trasformazioni delle aree agricole di versante a nuove tecniche produttive
Arch. Filippo Spaini

Gran parte dei versanti delle valli trentine sono segnati da terrazzamenti, realizzati con muri a secco. Le coltivazioni creano paesaggi diversi ma con forte identità nelle varie aree geografiche e nelle diverse epoche storiche. Il cambio delle tecniche dovute a meccanizzazione, a esigenze economiche e a variazioni climatiche ha prodotto anche trasformazioni del paesaggio. Appare importante conservare alcuni paesaggi rurali ritenuti di particolare testimonianza storica, culturale, agendo con regole, con incentivi, con interventi di manutenzione o ripristino. La ricerca deve individuare le aree agricole di versante maggiormente significative a livello provinciale e fornire elementi e criteri idonei per consentire di governare la trasformazione, prefigurando i nuovi quadri paesaggistici che si formano in seguito al mutamento delle tecniche colturali e del tipo di coltura nonché le modalità per assicurare il mantenimento della qualità paesaggistica complessiva del predetti versanti.

4 . Tecniche costruttive e compatibilità dei manufatti e delle costruzioni rurali in aree agricole
Arch. Davide Endrizzi

Le aree agricole, con i loro manufatti, hanno una grande importanza per il paesaggio trentino. E’ importate che le nuove costruzioni non risultino estranee alla cultura del luogo e che identifichino, riprendendoli, i caratteri tradizionali, con particolare riguardo a volumi, altezze, coperture, materiali.

Sulla base di tali principi, lo studio propone, con una analisi di alcune realtà territoriali del Trentino maggiormente caratterizzate dalla perdita di identità, tipologie costruttive nelle aree agricole rispetto a quelle tradizionali, proponendo criteri ed indirizzi per la progettazione dei nuovi interventi quale utile riferimento per il pianificatore locale.

5 . Tipizzazioni di modellazioni per il recupero di cave esaurite
Arch. Manuela Schir

Le cave hanno modificato significativamente il paesaggio, sovente lasciando squarci e discontinuità molto evidenti. La ricerca fornisce in questo caso gli elementi utili per individuare le modalità corrette di recupero delle cave esaurite, preferibilmente ricostituendo il paesaggio originario, senza escludere la possibile creazione di nuovi paesaggi. La riqualificazione, questo il presupposto dello studio, può costituire un’occasione per individuare nuove destinazioni e/o funzioni pubbliche per tali aree.

6 . Riordino e riqualificazione del nesso urbano Riva del Garda - Arco
Arch. Alberto Cecchetto

Il tessuto territoriale Riva – Arco assume un rilievo del tutto particolare nelle strategie provinciali di riqualificazione e valorizzazione delle zone di maggior pregio paesaggistico ed ambientale del Trentino. Tale area manca di una pianificazione unitaria organica e l’urbanizzazione si è sviluppata senza seguire in quadro coerente per l’intero nesso. Lo studio ha preso in esame l'edilizia esistente ricercando una nuova immagine unitaria che possa creare una quinta urbana di alta qualità; gli spazi liberi, le infrastrutture (linee elettriche, impianti di radiodiffusione e telefonia) che interferiscono pesantemente con le visuali libere più importanti e che richiedono interventi di delocalizzazione o mimetizzazione; gli spazi verdi e la progettazione di linee di alberature continue con percorsi pedonali e ciclabili quali ulteriori elementi di continuità e di riqualificazione.

7 . Indicazioni metodologiche per una progettazione dell’area di Zambiana Vecchia secondo criteri di alta qualità paesaggistica e di identità territoriale
Arch. Alberto Winterle

L’area di Zambiana Vecchia, dopo anni di abbandono, sta formando oggetto di nuovo interesse in seguito alla formazione da parte del Comune di nuove previsioni urbanistiche orientate ad una generale riqualificazione, ispirata a principi di sostenibilità ambientale e qualità insediativa, nel contesto di una idonea integrazione tra l’insediamento storico e quello nuovo, con l'obiettivo di agevolare il ritorno e la crescita della popolazione, verificando le condizioni per un’eventuale riproposizione di un insediamento tradizionale della valle dell’Adige, purché risulti coerente con il nuovo insediamento soggetto a piano attuativo a fini generali.

8.- Ipotesi di riorganizzazione e miglioramento dell’area in prossimità del lago di Toblino
Arch. Andrea Menegotto

Il sistema Lago e Castello di Toblino è una delle perle del Trentino. La bellezza del luogo in tutte le stagioni e in tutte le diverse condizioni di luce non è però godibile in pieno a causa del traffico che lungo le sponde porta rumore, disagio, difficoltà di spostamento a piedi. Lo spostamento della strada veicolare rappresenta il problema più rilevante, ma occorre considerare tutta l’area includendovi nuove aree di sosta, percorsi pedonali e ciclabili, la percorribilità delle rive con punti panoramici, la qualità delle acque, le coltivazioni, i manufatti minori e maggiori, le nuove costruzioni e le nuove zonizzazioni.

Lo studio propone gli interventi più significativi per la complessiva valorizzazione del sito, considerando un’ipotesi di massima per lo spostamento della viabilità principale ed individuando criteri e modalità di riqualificazione delle rive per una migliore fruibilità pubblica delle stesse. (cz)


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