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11 dicembre 2014
La tsm (Trentino School of Management), operante dal 2005, ha presentato ieri il suo piano di organizzazione, attività e risultati.
La vice presidente Paola Borz, di nomina provinciale, dice che «la Provincia crede molto in Tsm , perché senza formazione ed aggiornamento i dipendenti pubblici mancherebbero di qualcosa». Importante il ruolo dell'Università di Trento, socio fondatore.
«Oggi più che mai un buon ''management'' nella pubblica amministrazione è essenziale: l'università è in primis fornitore di capacità didattiche», dice il direttore Mauro Marcantoni. Si è discusso poi di bilancio ed efficienza: punto di rilievo viste le recenti polemiche sullo stanziamento di 740 mila euro a favore di tsm dalla giunta provinciale.
tsm infatti risulta tra le società partecipate con i conti in rosso secondo l'elenco del Commissario nazionale alla Revisione della spesa. Stando ai dati di ieri però, dal 2005 il costo della formazione è diminuito del 55% e il numero dei formati aumentato del 170% (quasi 13 mila persone).
«Stiamo cercando di diminuire i costi di produzione, mantenendo alto lo standard di servizio nonostante le minori risorse di questo periodo» dice il direttore.(s.v.)
tsm: formati in aumento del 170% a quota 13 mila
Trentino
La vice presidente Paola Borz, di nomina provinciale, dice che «la Provincia crede molto in Tsm , perché senza formazione ed aggiornamento i dipendenti pubblici mancherebbero di qualcosa». Importante il ruolo dell'Università di Trento, socio fondatore.
«Oggi più che mai un buon ''management'' nella pubblica amministrazione è essenziale: l'università è in primis fornitore di capacità didattiche», dice il direttore Mauro Marcantoni. Si è discusso poi di bilancio ed efficienza: punto di rilievo viste le recenti polemiche sullo stanziamento di 740 mila euro a favore di tsm dalla giunta provinciale.
tsm infatti risulta tra le società partecipate con i conti in rosso secondo l'elenco del Commissario nazionale alla Revisione della spesa. Stando ai dati di ieri però, dal 2005 il costo della formazione è diminuito del 55% e il numero dei formati aumentato del 170% (quasi 13 mila persone).
«Stiamo cercando di diminuire i costi di produzione, mantenendo alto lo standard di servizio nonostante le minori risorse di questo periodo» dice il direttore.(s.v.)
