News/Approfondimenti > 07 maggio 2008

I lavoratori stranieri arrivano in Trentino soprattutto grazie alle segnalazioni da parte di connazionali già impiegati qui ai rispettivi datori di lavoro

I lavoratori stranieri arrivano in Trentino soprattutto grazie alle «segnalazioni» da parte di connazionali già impiegati qui ai rispettivi datori di lavoro.

Una sorta di passaparola, che se da un lato è da guardare con favore (è segnale di integrazione e di assenza di pregiudizi riguardo alla nazionalità), dall'altro è un freno per la crescita di un reale mercato europeo del lavoro. Oltre che un ostacolo riguardo ad un pieno «sfruttamento» delle competenze dei lavoratori stranieri, troppo spesso impiegati in mansioni che non tengono conto delle loro effettive potenzialità. Invertire questa tendenza è uno degli obiettivi primari di Pontest, realtà che riunisce partner tra cui Trento School of Management, Camera di commercio, Università di Trento, Fondazione Kessler.

Ieri sono stati presentati i risultati delle ricerche effettuate in quasi tre anni di lavoro, e che hanno portato tra l'altro alla sperimentazione (partita solo nei confronti della Polonia come paese pilota) di un piano di e-recruitment - letteralmente «reclutamento elettronico» - teso proprio a non disperdere il patrimonio di competenze di chi è pronto a venire a lavorare in Italia e in Trentino, ma anche di poter mettere le medesime competenze a disposizione di quelle realtà produttive che oggi invece spesso le snobbano. Attraverso il portale www.pontest.it, con la collaborazione di AlmaLaurea, sono state messe on line alcune offerte di lavoro costruite con la collaborazione di imprese artigiane, e diffuse e promosse in terra polacca dal Labour Office di Varsavia. Un canale informatico per far dunque incontrare - seppur in un primo approccio virtuale - domanda e offerta, ma che offre la possibilità da un lato di trovare quello che realmente si cerca e dall'altro di veder sfruttato appieno il proprio patrimonio formativo.
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