News/Approfondimenti > 12 novembre 2005

Progetto Pontest. Parte la caccia di lavoratori qualificati nell’Est Europa

di Stefano Frigo

TRENTO – Affrontare le difficoltà di inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro dei lavoratori provenienti dall’est Europa, agendo sulle cause che spesso portano al “sottoimpiego” degli extracomunitari. Capire se è possibile ridurre il divario tra domanda e offerta andando direttamente nei paesi d’origine a formare, selezionar e reclutare personale per il tessuto imprenditoriale trentino. Sono questi i due prestigiosi obiettivi che si propone di raggiungere il progetto “Pontest”, nato grazie a un lavoro sinergico di cinque specifici soggetti: Trento School of Management, Camera di commercio attraverso lo sportello provinciale per l’internazionalizzazione (Trentino Sprint), la facoltà di giurisprudenza, l’istituto trentino di cultura e l’ente bilaterale artigianato. “Pontest” avrà durata complessiva di 36 mesi, e si articolerà in due piani.

Innanzitutto saranno effettuati studi e ricerche su quei lavoratori dell’Est Europa che al momento possono contare su un lavoro fisso che però non tiene sufficientemente conto del loro livello di preparazione e competenza. Il progetto si propone di verificare quanto in Trentino sia presente il fenomeno del così detto “sottoimpiego”, con particolare attenzione all’ambito dell’artigianato. Scopo di questa fase è la valorizzazione di quei soggetti dediti a mansioni che ne limitano le potenzialità. Passaggio successivo, l’inserimento di questa tipologia di lavoratori in altri contesti che potrebbero favorire l’internazionalizzazione e rapporti commerciali con realtà emergenti come Polonia, Repubblica Ceca e Ucraina. L’interesse nasce dal fatto che un soggetto proveniente da uno di questi paesi esteri potrà contare su conoscenze linguistiche, culturali ed economiche della propria nazione d’origine che nessun italiano potrà avere. In un secondo momento il progetto prevede un’attività transnazionale per contrastare il problema dell’esclusione e della discriminazione sociale dei migranti e favorire l’inserimento nel mercato del lavoro trentino. Lo scopo finale è quello di presentare all’assessorato competente un quadro chiaro e definitivo che permetta di svolgere attività di selezione, formazione e reclutamento di determinate tipologie di lavoro richieste in provincia già nel paese d’origine degli extracomunitari.

Per questo secondo step di “pontest” sono stati coinvolti partner esteri tedeschi, inglesi, polacchi e della Repubblica Ceca. Antonio Chiesi, docente alla facoltà di sociologia, ha presentato i dati di una ricerca che ha  preso in considerazione il numero degli impiegati extracomunitari in attività inerenti all’artigianato a fine 2004. “risultano 919 iscritti all’associazione di via Brennero – ha spiegato Chiesi – su un totale di 10.800. si tratta del 9 per cento, una cifra che non può essere ignorata né dimenticata. Questo soprattutto tenendo in considerazione che non più tardi di tre anni fa gli iscritti erano poco più di 300. abbiamo assistito in un breve lasso di tempo a una triplicazione degli impiegati extracomunitari.

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